La scoperta di una “carbonara” con pancetta e bollini tricolori sugli scaffali del supermarket del Parlamento europeo riapre il fronte caldo dell’italian sounding.
Poche ore fa il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha lanciato una crociata contro i falsi prodotti ed il cosiddetto italian sounding. Tutto è partito dal ritrovamento, nel supermarket del Parlamento europeo, di un barattolo di “salsa alla carbonara con pancetta”. 
Il Ministro ha chiesto di avviare subito le verifiche. A corredo di un suo post social, ha pubblicato una serie di foto degli scaffali del supermercato situato all’uscita della mensa dell’Eurocamera con una galleria degli orrori. Ovvero, il risotto poulet e champignon, la bolognaise e la carbonara con italiaansje pancetta, il tutto condito con bollini tricolori a volontà. A livello normativo, quando un prodotto venduto in un Paese europeo usa la bandiera tricolore o richiami all’Italia pur non essendo italiano, può configurare una presentazione ingannevole.
“L’italian sounding è un fenomeno pericoloso ed illegale. Sottrae ogni anno decine di miliardi di euro alle aziende del nostro settore primario, impoverendo l’intera filiera agroalimentare italiana. – ci ha spiegato, in esclusiva per Notizie.com, Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, la Confederazione agricoltori europei – Secondo il rapporto presentato da Ismea nel 2024, che fotografa l’andamento del settore nell’anno precedente, i numeri sul tema della contraffazione e dell’italian sounding sono impietosi e allarmanti.
A fronte di 64 miliardi di export del settore, abbiamo subito la perdita di 63 miliardi di concorrenza sleale. Numeri che, come si legge negli ultimi giorni sulla stampa, sarebbero destinati a salire in questi mesi. Fino a superare i cento miliardi di euro. Questo vuol dire, in parole povere, che sono a forte rischio tutti gli sforzi e gli investimenti portati avanti negli anni dai nostri imprenditori per valorizzare la conoscenza del marchio Made in Italy. È chiaro ed evidente che serve una risposta subitanea e concreta da parte delle istituzioni nazionali e, soprattutto, europee”.
Tiso (Confeuro): “Italian sounding, è una cosa tanto scandalosa quanto inaccettabile”
Del fenomeno ce n’eravamo occupati già nei mesi scorsi, in occasione della Giornata mondiale contro la contraffazione del 12 giugno. E ancora prima lo scorso anno, quando il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop mise in campo Nina. Ossia un modello di Intelligenza Artificiale dotato di un virtual scan che analizza i contenuti presenti online così rilevare possibili tentativi di contraffazione.
“La presenza di prodotti potenzialmente fuorvianti sugli scaffali del market del Parlamento europeo – ha continuato Tiso – è una cosa tanto scandalosa quanto inaccettabile. Proprio Bruxelles, che dovrebbe essere in prima linea nella difesa dell’agroalimentare e nel contrasto all’italian sounding, non può consentire che certi episodi danneggino l’immagine delle nostre eccellenze agroalimentari. Alla luce di questo contesto, dunque, reputo che la carenza dei controlli sia direttamente proporzionale alla mancanza di volontà politica.
Guardate, ad esempio, quello che accade nei porti del nord Europa, come a Rotterdam, che spesso diventano la porta di ingresso di importazioni extra Ue e di contraffazioni di merci. Ciò non fa altro che danneggiare le produzioni italiane e il lavoro di migliaia di imprese del nostro territorio. In tal senso, Confeuro giudica molto negativamente il modello olandese, una sorta di porto franco d’Europa. O meglio, il tallone d’Achille d’Europa se vogliamo parlare di commercio e tutela delle produzioni agroalimentari nostrane”. 
Sul caso è intervenuta anche Coldiretti. Quest’ultima ha ricordato che più di due prodotti agroalimentari su tre che espongono il tricolore sono falsi. Senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. Insomma, nel cuore di una delle istituzioni europee, sugli scaffali del supermercato dove gli eurodeputati passano a prendere uno snack quando le sedute delle Commissioni parlamentari si protraggono fino a tardi, un vero e proprio oltraggio simbolico.
“La tutela del Made in Italy – ha concluso il presidente Tiso – e delle eccellenze europee, e il controllo delle importazioni devono rappresentare una priorità della agenda istituzionale della Ue. Elevando, da una parte, gli standard qualitativi del monitoraggio in entrata nel vecchio continente, e dall’altra, controllando anche le produzioni che invece vengono esportate fuori l’Europa. Prodotti spesso e volentieri che vengono tacciati come Made in Italy ma, che poi, Made in Italy effettivamente non sono. In tal modo si potrebbe riuscire a difendere sia la salute del consumatore che la tenuta economica delle aziende.
“Una beffa che si aggiunge al danno della guerra commerciale”
Sul fronte normativo, invece, più che intervenire nuovamente, ‘basterebbe’ semplicemente far rispettare le norme esistenti. Mi viene in mente il Regolamento (Ue) 2024/1143 che incrementa la protezione delle Dop e Igp. O il Regolamento Ue 1169/2011 che rafforza i controlli sulle etichette e sulle presentazioni grafiche. Impedendo l’uso di bandiere, nomi e immagini che ingannano il consumatore sull’origine del prodotto.
Strumenti legislativi importanti ma che Bruxelles fatica a far rispettare all’estero, in particolare alle nazioni extra Ue. Menzione a parte, infine, ‘merita’ il trattato commerciale Ue-Usa sui dazi. Trattato dal quale l’Europa e l’Italia escono ampiamente soccombenti nei confronti di una Paese, come gli Stati Uniti, dove il fenomeno dell’italian sounding è purtroppo fortemente diffuso e assai preoccupante. Una beffa che si aggiunge al danno di una guerra commerciale che sta facendo malissimo al nostro comparto primario. E ai nostri piccoli e medi agricoltori”.





