Garlasco, la nuova indagine vacilla: di Andrea Sempio non c’è traccia. L’esperto: “Si sta costruendo un quadro indiziario molto complesso”

Le ultime risultanze dall’incidente probatorio in corso per la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco non sostengono le tesi dell’accusa. Cosa sta accadendo secondo l’esperto.

Nessun cambio di scenario, nessuna traccia di Andrea Sempio. Le impronte trovate sulla porta del garage e dell’ingresso della villetta di Garlasco appartengono al fratello della vittima, Marco, e a un carabiniere che intervenne sulla scena del crimine nell’immediatezza del delitto.

L'avvocata Angela Taccia e Andrea Sempio
Garlasco, la nuova indagine vacilla: di Andrea Sempio non c’è traccia. L’esperto: “Si sta costruendo un quadro indiziario molto complesso” (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

In quella villetta il 13 agosto 2007 venne brutalmente uccisa Chiara Poggi. Sul sacchetto trasparente dei cereali e su quello azzurro della spazzatura sequestrati subito dopo il delitto, sempre nell’abitazione di via Pascoli, ci sono le tracce delle dita della ragazza colpita ripetutamente alla testa con un oggetto mai trovato e mai individuato. Alla luce di tutto questo è ancora possibile sollevare interrogativi sulla gestione iniziale della scena del crimine, riletti alla luce della nuova indagine su Andrea Sempio?

È vero, l’identificazione dattiloscopica non cambia lo scenario. – ha spiegato, in esclusiva per Notizie.com, Ugo Terracciano, docente di Criminologia e fondatore e presidente dell’Aicis, l’Associazione italiana criminologi per l’investigazione e la sicurezza – Ma apre una questione di metodo. Quelle impronte andavano analizzate e attribuite nel 2007”.

Garlasco, il dna parziale sotto le unghie di Chiara

Si torna indietro e si va avanti a Garlasco, dove da inizio anno la Procura della Repubblica di Pavia ha messo sotto indagine per concorso in omicidio Sempio, amico del fratello della vittima. Di Marco, appunto. L’incidente probatorio per analizzare vecchie e nuove prove è andato avanti per mesi, i periti stanno parlando con le dovute cautele, ma il tempo concesso per la proroga è ormai agli sgoccioli. Nel frattempo Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara, sta finendo di espiare una condanna definitiva a 16 anni di carcere.

Un dna è stato trovato sulle unghie della vittima, ma è stato definito parziale, misto e non identificativo di un singolo individuo. L’assenza di un profilo genetico maschile univoco come prova diretta contro il nuovo indagato quanto rende complessa la riapertura del caso e la potenziale messa in discussione di una sentenza definitiva?

Chiara Poggi
Garlasco, il dna parziale sotto le unghie di Chiara (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

Il dato significativo non è tanto l’attribuzione di quel dna ad Andrea Sempio, sull’ipotesi del cui coinvolgimento credo che la Procura starà costruendo un quadro indiziario più complesso. – ci ha spiegato Terracciano – Il tema è che non c’è una attribuzione ad Alberto Stasi. Stasi è l’unico assassino condannato per non aver lasciato tracce sulla scena del crimine. È vero che c’era una traccia del suo dna sul dispenser del sapone in bagno. Ma lui frequentava la casa. E nel lavandino non sono state trovate tracce di sangue della vittima“.

Sul fronte dell’indagine collegata e aperta dalla Procura di Brescia, oggi sono stati convocati gli ex difensori di Sempio. Tutto ruota attorno a una presunta corruzione in atti giudiziari di cui l’ex procuratore pavese, Mario Venditti, e Giuseppe Sempio. Per i pm il magistrato, ora in pensione, avrebbe ricevuto soldi dall’operaio di Garlasco per scagionare il figlio. Ricostruzione che l’uomo ha respinto dicendo che il denaro prelevato in contanti serviva per pagare il pool di legali che nel 2017 assisteva il 37enne, poi archiviato.

Terracciano (Aicis): “Quando il popolo non percepisce la giustizia delle decisioni perde fiducia nel sistema”

Per domani è attesa invece la testimonianza, in qualità di “interessato” nel procedimento, di Massimo Lovati. Ai tempi Lovati era componente del collegio difensivo ed ha assistito Sempio fino a qualche settimana fa. Quanto il sospetto di una manipolazione del processo di giustizia in un caso così mediatico e delicato incide sull’affidabilità percepita delle indagini?

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Le sentenze sono pronunciate nel nome del popolo italiano. E sono pronunciate al di là di ogni ragionevole dubbio. – ha concluso il presidente Aicis – Questi due concetti non possono diventare espressioni retoriche. Quando il popolo non percepisce la giustizia delle decisioni perde fiducia nel sistema. Lo diceva già nel ‘700 Gaetano Filangieri, uno dei padri del diritto penale moderno”.

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