Il giallo sul movente del sequestro-lampo del 17enne di Vittoria: tutte le piste possibili secondo gli inquirenti

Tutta la ricostruzione del sequestro-lampo del diciassettenne di Vittoria, preso in piazza e rilasciato dopo meno di 24 ore. Resta il giallo sul movente.

Quattro uomini incappucciati e armati sono arrivati a bordo di due Fiat Panda, una bianca e una nera, e lo hanno chiamato per cognome mentre era in piazza a Vittoria, in provincia di Ragusa, insieme con alcuni amici.

17enne rapito a Vittoria torna in commissariato
Il giallo sul movente del sequestro-lampo del 17enne di Vittoria: tutte le piste possibili secondo gli inquirenti (Ansa Foto) – notizie.com

Hanno specificato ai presenti di volere soltanto lui: un diciassettenne figlio di un noto commerciante ortofrutticolo. Così, dopo aver lasciato per terra lo smartphone per non farsi tracciare, l’hanno portato via dopo averlo forzato a salire in auto.

Il sequestro di questo ragazzo ha riportato alla luce momenti bui della storia di questa cittadina siciliana, come i sequestri del notaio Garrasi e del piccolo Alfredino Fuschi. A dare l’allarme del rapimento sono stati gli amici, che ancora sotto choc hanno chiamato i soccorsi e i familiari.

Ore di apprensione, ricerche incessanti e appelli della Chiesa locale e del sindaco Francesco Aiello. Poi, dopo meno di ventiquattro ore, la lieta notizia: il giovane si è presentato in commissariato insieme con un uomo che lo ha soccorso nei pressi della stazione, dove i banditi lo avevano lasciato.

Questo è quello che ufficialmente sappiamo del rapimento lampo di questo ragazzo come tanti, studente del liceo scientifico. In commissariato, dove lo attendevano i genitori che hanno potuto riabbracciarlo, ha risposto per tre ore alle domande degli investigatori e degli inquirenti che adesso stanno cercando di venire a capo del movente di questo gesto. Il procuratore di Ragusa Francesco Puleio ha escluso il sequestro a scopo di estorsione. Nessuna telefonata con richieste di riscatto è infatti arrivata ai familiari.

Al vaglio degli inquirenti i filmati delle videocamere

Gli inquirenti hanno sequestrato i filmati delle telecamere di videosorveglianza attive lungo tutte le strade che avrebbero potuto percorrere in auto i malviventi per portare il ragazzo nelle campagne dove lo hanno tenuto sequestrato e incappucciato. I rapitori erano sicuramente italiani e uno di loro in particolare parlava con un accento siciliano.

Gaetano avrebbe raccontato a chi indaga quanto tempo sarebbe passato lungo il tragitto in auto dal luogo del sequestro fino a dov’è stato liberato. E pure di essere stato trattato bene. “Non lo hanno minacciato, gli hanno dato da bere e un panino da mangiare. Ma lui non aveva fame”, ha spiegato il padre.

La paura e la tensione era tanta. È stato un incubo, per lui e per tutti noi. Per fortuna è finita bene”. I sequestratori lo avrebbero portato in un casolare di campagna e tenuto in una stanza senza finestre. “Era incappucciato e non ha visto il percorso. Hanno però viaggiato forse per una mezz’oretta. Lo hanno condotto in una casa e lì è rimasto solo. Gli uomini che si recavano da lui erano sempre col volto coperto”, racconta ancora il padre.

Zona dov'è stato sequestrato di 17enne di Vittoria
Al vaglio degli inquirenti i filmati delle videocamere (Ansa Foto) – notizie.com

In questo casolare “non si sentivano rumori. Ha però sentito gli elicotteri che sorvolavano la zona”. Poi, ad un certo punto lo hanno fatto uscire, caricato in auto e lasciato in strada.

L’avvocato ha poi raccontato che il viaggio in auto dal luogo della prigionia a quello del rilascio sarebbe durato sei minuti circa. “Mio figlio ha avuto l’impressione che i rapitori fossero adulti, forse dei quarantenni”.

Tutte le ipotesi seguite dagli inquirenti

Indaghiamo su tutte le piste”, ha detto Puleio in conferenza stampa. Tra le tesi seguite, quella di un atto dimostrativo nell’ambito della criminalità organizzata locale, che vede contrapposti i gruppi tradizionali con quelli albanesi in ascesa.

Uno degli elementi di spicco, Gianfranco Stracquandini, accusato dell’omicidio di un ex collaboratore di giustizia, è latitante e non è escluso che possa essere tornato in zona. Ma non si esclude neppure l’ipotesi di una simulazione di rapimento, di un messaggio intimidatorio alla famiglia, e quella di un’azione collegata all’ambito della droga.

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