L’accusa dell’Onu di genocidio mentre Israele avvia l’operazione di terra a Gaza City. MSF: “Le persone sentono che lasceranno la loro terra per sempre”

Israele avvia l’operazione terrestre a Gaza City, la commissione indipendente Onu accusa il governo di genocidio. MFS: “Le persone sentono che lasceranno la loro terra per sempre”.

Nella notte del 16 settembre Israele ha avviato l’operazione terrestre per l’occupazione di Gaza City. Decine di carri armati operano con il supporto aereo e un massiccio numero di fanti. L’attacco arriva dopo una graduale escalation dell’Idf via aerea, mai fino a questa data erano state impiegate truppe di terra.

Civili tra le macerie di Gaza City
L’accusa dell’Onu di genocidio mentre Israele avvia l’operazione di terra. MSF: “Le persone sentono che lasceranno la loro terra per sempre” (Ansa Foto) – notizie.com

Secondo le stime dell’esercito israeliano, oltre 350mila palestinesi avrebbero evacuato Gaza City negli ultimi giorni. E a questo numero si aggiungerebbero altre migliaia di persone che hanno lasciato la Striscia nella notte del 16 settembre a causa dell’attacco di Tel Aviv. Questo potrebbe facilitare Israele nell’avanzare fino alla conquista della città.

Un primo bilancio parla di più di sessanta morti e di civili intrappolati sotto le macerie causati da intensi bombardamenti del 16 settembre. L’attacco arriva dopo la visita ufficiale del segretario di Stato americano Marco Rubio in Israele, che ha confermato l’avvio dell’operazione, avvertendo Hamas: “Ha solo pochi giorni per concordare un cessate il fuoco”.

E prima di proseguire il viaggio verso il Qatar impegnato nelle intermediazioni, ha aggiunto che il tempo è “probabilmente qualche giorno e forse qualche settimana”. Proprio il Qatar, per Rubio, è l’unico in grado di mediare nel conflitto, nonostante sia ancora fresco il ricordo dell’attacco israeliano contro Hamas, proprio nell’Emirato avvenuto il 9 settembre.

Netanyahu: “Stanno accadendo cose molto importanti”. I cittadini protestano davanti alla sua residenza

Per Rubio è ancora possibile una via d’uscita: la guerra terminerà solo quando “tutti i quarantotto ostaggi saranno rilasciati, compresi i corpi dei deceduti, e Hamas non esisterà più come gruppo armato”. Il premier Benjamin Netanyahu ha confermato l’avvio dell’operazione: Lo Stato di Israele si trova in un momento cruciale”, e “oggi stanno accadendo cose molto importanti”.

Intanto le famiglie degli ostaggi israeliani stanno protestando davanti alla casa del primo ministro: “Ci barrichiamo qui, non ci muoveremo”, ha spiegato ai giornalisti Anat Angrest, madre dell’ostaggio Matan Angrest. Netanyahu. I cittadini temono che l’attacco dell’Idf a Gaza possa mettere in pericolo anche i loro familiari: “Temiamo che questa sarà la loro ultima notte, non siamo più pronti”.

Intanto dalla Striscia arriva una testimonianza di Padre Romanelli, parroco della chiesa latina della Sacra Famiglia del Nord di Gaza: “La situazione continua ad andare male, ci sono interi quartieri che stanno evacuando e bombardando, molta gente fugge, non c’è modo di conteggiarla, sta andando verso Sud ed è disperata”.

Attacco dell'Idf a Gaza City
Netanyahu: “Stanno accadendo cose molto importanti”. I cittadini protestano davanti alla sua residenza (Ansa Foto) – notizie.com

Disperata. Perché forse sono perfettamente consapevoli che questa potrebbe essere l’ultima volta che vedranno la loro terra. I gazawi “si stanno spostando non per loro scelta, ma perché l’esercito israeliano sta continuando a bombardare, ad avanzare quartiere dopo quartiere, e ad attaccare ogni singolo giorno, ogni singola notte. Non c’è nessun posto sicuro per loro”.

A parlare è Esperanza Santos, coordinatrice delle emergenze di Medici Senza Frontiere a Gaza. I civili “si trasferiscono senza possibilità di ritorno. Non c’è speranza di tornare a Gaza City. Questa volta le persone cercano di portare con sé quanto più possibile dei loro averi. Vedo camion pieni di mobili, pieni di oggetti. Ma si vedono anche persone che non hanno mezzi, e così camminano con una piccola borsa, una tanica, una coperta, un materasso sulla testa, cercando di portare con sé solo lo stretto necessario”.

Famiglie, donne e bambini percorrono quasi 12 chilometri a piedi verso Sud. “Alcuni di loro arrivano fino ad Al-Mawasi o a Khan Yunis, senza sapere cosa troveranno”, racconta ancora Esperanza Santos. “Sanno che non c’è spazio per tutti nell’area indicata loro dall’esercito israeliano. Sanno che non ci sono servizi e sanno con certezza che questo non sarà l’ultimo sfollamento”.

MSF: “La gente è stanca”

A Gaza City la disperazione è il sentimento più diffuso non solo tra i civili, ma anche tra gli operatori sanitari. “La prima volta che Gaza City è stata evacuata, gli abitanti pensavano che sarebbe stato un trasferimento di qualche giorno, di qualche settimana, che poi sarebbero tornati. Questa volta è diverso, perché in questi due anni hanno visto come procede la situazione – racconta ancora la coordinatrice a Gaza di MSF – Non sta migliorando affatto, ogni giorno è sempre peggio. E molti di loro sono stati sfollati 10, 20, 30 volta in questi due anni, da un posto all’altro, da una città all’altra. La gente ormai è estremamente stanca di questa situazione”.

L’Onu accusa Israele di genocidio a Gaza: il rapporto

Mentre è in corso quella che per molti è l’ultima e definitiva operazione di Israele a Gaza City, una commissione di inchiesta internazionale indipendente dell’Onu ha accusato Israele di aver commesso un genocidio nella Striscia. La presidente della commissione Navi Pillay nella relazione ha espressamente detto che “la responsabilità ricade sullo Stato di Israele”.

I commissari hanno concluso che Tel Aviv ha compiuto “quattro dei cinque atti genocidi previsti dalla Convenzione del 1948″. Uccisioni, gravi danni fisici e psicologici, azioni per distruggere la popolazione. Il rapporto avvisa anche che il silenzio della comunità internazionaleequivale a complicità”.

Secondo le Nazioni Unite, dall’inizio della guerra sono state uccise quasi 65mila persone e una grande parte della popolazione è stata sfollata, mentre regna la carestia. Dal canto suo Israele respinge le accuse “categoricamente”, anche se la Corte penale internazionale ha emesso mandati d’arresto per crimini di guerra e contro l’umanità.

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