Auto, Fratin: “Dobbiamo arrivare a un mercato elettrico, ma non siamo pronti ora. Il percorso non può basarsi solo sugli incentivi”.
“La decisione Ue sui biocarburanti è stata una scelta “sovietica”, sono convinto che cadrà”. Parole del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. “Ne sono convinto, la realtà ci porta a quello, è del tutto naturale rendersene conto e l’Ue si renderà conto anche di questo problema”.
Per Gilberto Pichetto Fratin, la sfida italiana della rete elettrica è riuscire a supportare la transizione energetica, avendo come obiettivo una crescita del doppio nei prossimi quindici anni, tenendo però presente la necessità di investire in un mix energetico.
Tra questi, idrogeno e biometano. “La ricerca in questi campi sta facendo passi da gigante”. Mentre i suoi uffici lavorano al decreto energia, che dovrebbe prevedere tra le altre cose, la riattivazione del bonus bollette alle famiglie in difficoltà, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha preso parte alla nuova edizione dell’evento Eco Fest – Festival della Mobilità sostenibile e delle città intelligenti, a Roma.
Per quanto riguarda le auto elettriche, Pichetto Fratin ha ricordato che “esistono già motori diesel Euro 6 adattati a utilizzare idrogeno e biometano. È naturale rendersi conto che la transizione non può essere ridotta a una scelta esclusiva, così come non è stato per il gas o per il nucleare: non sono decisioni puramente tecniche, ma anche politiche”.
Il 40% dei cittadini italiani si dichiara propenso ad acquistare un’auto elettrica se verranno previsti nuovi incentivi o se verranno aumentati. “Io credo che dobbiamo arrivare a un mercato in cui per i cittadini italiani diventi normale scegliere l’elettrico. In questo momento, però, non siamo ancora pronti: è importante andare verso l’elettrico, ma non è un percorso che si realizza in pochi anni, né può basarsi esclusivamente sugli incentivi”.
AUTO ELETTRICHE: COSA PENSANO GLI ITALIANI?
Incentivi che dovrebbero entrare in vigore a metà ottobre, ma Fratin non lo promette: “Non posso confermarlo: è un dossier che riguarda un altro ufficio”. Il tema non riguarda solo l’auto elettrica in sé, ma anche una questione pratica: “C’è chi percorre 20mila chilometri all’anno, chi 200mila. Bisogna tener conto di queste differenze. Pensiamo ai 42 milioni di auto in circolazione. Molte sono le cosiddette Panda in montagna, usate per spostamenti essenziali. Finché non arriverà una produzione alternativa adeguata, dovremo convivere con queste realtà”.
Auto: “Non basta che sia elettrica se quell’energia arriva dal carbone”
E c’è anche un altro aspetto critico: “Se passiamo dall’auto termica all’auto elettrica, dobbiamo considerare anche le emissioni derivanti dalla generazione dell’energia. Non basta dire “è elettrico” se poi quell’energia arriva dal carbone. È per questo che la produzione elettrica deve crescere non solo in quantità ma anche in qualità. Io credo che l’Unione Europea e i costruttori torneranno a riflettere sul motore termico, che ha ancora davanti un futuro importante. L’idrogeno e il biometano sono già realtà, e quella di cinque anni fa fu una scelta politica illogica, troppo ideologica”.
Il ministro ha poi parlato del nucleare: “Ci vorranno almeno due anni per completare il percorso normativo. Nel prossimo futuro verranno realizzati impianti nucleari più piccoli e di nuova generazione. È necessario promuovere maggiore trasparenza e conoscenza su questo argomento”.