Altissima tensione tra Stati Uniti e Venezuela, Nicolas Maduro minaccia la “lotta armata”: sulla sua testa una taglia da 50 milioni di dollari

Sta salendo di ora in ora la tensione tra Usa e Venezuela, dopo che gli Stati Uniti hanno schierato nel mar dei Caraibi parte della flotta contro il narcotraffico. Ecco cosa sta accadendo.

“Il Venezuela se venisse attaccato passerebbe a una fase di lotta armata, pianificata e organizzata da tutto il popolo contro l’aggressione, in difesa della pace, dell’integrità territoriale, della sovranità e del nostro popolo”.

Marco Rubio e Nicolas Maduro
Altissima tensione tra Stati Uniti e Venezuela, Nicolas Maduro minaccia la “lotta armata”: sulla sua testa una taglia da 50 milioni di dollari (ANSA FOTO) – Notizie.com

A parlare è il presidente venezuelano Nicolas Maduro, nel momento in cui la tensione tra il proprio Paese e gli Stati Uniti sta raggiungendo i massimi livelli. Due aerei militari F-16 del Venezuela hanno sorvolato nelle scorse ore una nave della marina statunitense, il distruttore Uss Jason Dunham, in acque internazionali. Subito dopo, il Pentagono ha fatto sapere che si è trattato di una “mossa altamente provocatoria” che avrebbe “l’obiettivo di interferire con le nostre operazioni anti-narcos”.

Ma cosa sta accadendo tra Venezuela e Usa? Il 2 settembre scorso il presidente Donald Trump ha annunciato che un’imbarcazione carica di droga proveniente dal Venezuela era stata attaccata dalle Forze armate Usa. E che erano stati uccisi undici presunti narcotrafficanti che erano a bordo. Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha poi commentato: “Questo è solo l’inizio“. Nicolas Maduro ha criticato l’operazione, parlando di una “narrativa in stile Hollywood”.

Secondo gli Usa Maduro sarebbe a capo del gruppo terroristico Los Soles

Il giorno prima dell’attacco, nel corso di una riunione straordinaria della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac), il venezuelano aveva denunciato la presenza nel mar dei Caraibi di otto navi, 1200 missili e un sottomarino nucleare degli Stati Uniti “puntati contro il Venezuela”. L’obiettivo degli Usa, che ha effettivamente schierato navi da guerra in quella parte di mondo, è intercettare e combattere il narcotraffico.

Più nello specifico, come ha poi spiegato Hegseth, Washington ha intenzione di “inviare un segnale chiaro al Tren de Aragua, al cartello de Los Soles. E ad altri provenienti dal Venezuela”. E secondo gli Usa a capo proprio del Los Soles, recentemente designato come gruppo terroristico internazionale, ci sarebbe il presidente venezuelano Nicolas Maduro e altri funzionari dello Stato.

Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro
Secondo gli Usa Maduro sarebbe a capo del gruppo terroristico Los Soles (ANSA FOTO) – Notizie.com

Gli Stati Uniti sono inoltre tra i Paesi che non riconoscono Maduro come presidente del Venezuela, essendoci prove credibili della sua sconfitta alle elezioni dello scorso anno. Sulla testa del leader venezuelano c’è anche una taglia. Nel 2020 Maduro è stato incriminato dalla Corte federale di Manhattan di narcoterrorismo e associazione a delinquere per l’importazione di cocaina. Gli Usa hanno offerto una ricompensa di 15 milioni di dollari per il suo arresto.

L’amministrazione di Joe Biden l’ha poi aumentata a 25 milioni di dollari, la stessa cifra offerta per la cattura di Osama Bin Laden. Trump ha raddoppiato la ricompensa, portandola a 50 milioni di dollari. In realtà, però, il Venezuela ha mantenuto comunque una sorta di dialogo con Washington negli ultimi mesi. La società petrolifera Chevron ha ripreso le trivellazioni in Venezuela. Così come sono andati avanti scambi di prigionieri e deportazioni di immigrati irregolari, cosa che Maduro non aveva permesso durante l’amministrazione Biden.

Il segretario Marco Rubio: “Maduro non è il presidente del Venezuela”

In un recente discorso televisivo, il presidente venezuelano si è rivolto al segretario di Stato Usa Marco Rubio. Ha definito quest’ultimo l’autore di “una campagna di persecuzione contro i migranti venezuelani” e di azioni “di destabilizzazione contro il Paese“. Maduro ha anche detto di avere “prove schiaccianti” dell’esistenza di una “rete cospirativa operativa da Miami”. “Signor presidente Donald Trump, – ha detto Maduro – deve stare attento perché Marco Rubio vuole che le sue mani si sporchino di sangue, di sangue sudamericano, caraibico, venezuelano

Rubio è in effetti il principale oppositore in seno al governo statunitense del leader venezuelano. “Maduro non è il presidente del Venezuela e il suo regime non è il governo legittimo”, ha più volte dichiarato il segretario di Stato. Cresciuto a Miami, figlio di immigrati cubani giunti in Florida prima della rivoluzione comunista di Fidel Castro del 1959, Rubio ha visto con i suoi occhi anche i segni della diaspora venezuelana.

Migliaia di persone avevano infatti lasciato il proprio Paese. Cercando in Florida una nuova casa per sfuggire alla criminalità, alla povertà e ai disordini sotto Maduro e al suo predecessore. Ovvero, il defunto Hugo Chávez, che prese il potere nel 1999 e diede inizio a quella che definì “rivoluzione socialista”. Formatosi in questo clima, Marco Rubio considera il Venezuela uno degli ultimi residui dell’ideologia comunista nell’emisfero occidentale.

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