Quattro indagati per l’aggressione all’autogrill di Lainate, tra loro anche il turista francese che aveva denunciato di essere stato vittima di un’aggressione antisemita.
Anche il turista francese che aveva denunciato di essere rimasto vittima di un’aggressione antisemita è tra i quattro indagati per la vicenda del 27 luglio in un autogrill a Lainate, sulla A8.
Il video da lui stesso girato aveva fatto il giro dei social, indignando la politica e il popolo del web. Soprattutto perché il figlio di sei anni aveva assistito a tutta la scena ed era stato messo al sicuro da una donna. Ma non riusciva a smettere di piangere.
La Procura di Milano ha aperto due fascicoli separati, uno nei confronti del cinquantacinquenne di religione ebraica, accusato di lesioni. L’altro nei confronti dei tre coinvolti nella lite, di origine palestinese, che dovranno rispondere di percosse. Per tutti e quattro gli indagati c’è l’aggravante dell’odio razziale.
La versione del turista francese
La vicenda ha avuto inizio quando il turista francese di religione ebraica ha denunciato di essere stato aggredito e insultato da alcune persone all’interno dell’autogrill lungo la A8 di Lainate. Il cinquantaduenne ha raccontato di essere entrato con il figlio di sei anni che doveva andare in bagno e che entrambi indossavano la kippah.
A quel punto, sempre secondo la sua versione, sarebbe stato aggredito da un gruppo di persone per il fatto di essere ebreo. Un racconto questo, supportato da un video.
La versione degli altri protagonisti della discussione
Poco dopo però, è arrivata la versione degli altri protagonisti della discussione. Anche loro hanno denunciato l’accaduto alla Procura di Milano.
Secondo questa versione, affidata a Il Fatto Quotidiano, a iniziare la lite sarebbe stato proprio il francese, definendoli “figli di p*****a palestinesi” e “terroristi“. Forse perché li aveva sentiti parlare in arabo. O forse, aveva semplicemente notato che alcune donne presenti “indossavano ciondoli raffiguranti la cartina geografica palestinese”.
Oltre a insultare, il cinquantaduenne sarebbe anche stato violento fisicamente, dando testate e un pugno al volto ad alcuni di loro. A supporto della loro versione ci sarebbe un referto medico del pronto soccorso, mentre il turista non ne avrebbe uno.
L’iter giudiziario farà il suo corso, ma in queste settimane molte persone si stanno domandando se questa vicenda non rischi di rivelarsi simile a quella di Taverna Santa Chiara. In quel caso non c’erano stati scontri fisici né insulti veri e propri e il Tribunale di Napoli ha archiviato la vicenda.
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Come ricorderete, una coppia di turisti aveva accusato la ristoratrice Nives Monda di averli cacciati dal locale, pubblicando un video girato proprio da loro, che riprendeva la discussione. I due casi sono differenti, anche perché a Lainate c’è stato uno scontro fisico. Ma in comune hanno il fatto che sia Nives Monda sia gli altri coinvolti nella lite hanno raccontato che il video riprendeva solo una parte della discussione.
L’avvocato degli indagati di origine palestinese, Federico Battistini, ha spiegato che “il noto video raffigura una minima parte di quanto accaduto – riporta Il Fatto Quotidiano – ed è stato strumentalizzato per lamentare presunte condotte antisemite che in realtà di antisemita non hanno proprio nulla”. .