Avete mai pensato che una persona cieca potesse tornare a vedere? Una luce di speranza arriva dall’Italia dove il primo paziente al mondo torna a vedere.
La terapia genica a “doppio vettore” può essere la soluzione in grado di far regredire una rara malattia della retina che è sempre stata considerata incurabile.
Il risultato è arrivato da un paziente trattato in Italia, dalla Clinica Oculistica dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. A mettere a punto questa nuova terapia genica è stato l’Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli. Una luce di speranza per un numero di pazienti altissimo in Italia e nel mondo.
Se tutto verrà confermato e i risultati si ripeteranno anche su altri pazienti potremo essere definitivamente di fronte a un qualcosa in grado di cambiare la storia dell’umanità. Le malattie degli occhi sono considerate a oggi le più complicate da gestire e che conoscono solo palliativi per i sintomi, senza possibilità di una guarigione che riporti il paziente a vedere.
Il paziente curato è un uomo di 38 anni di Reggio Emilia che faceva il magazziniere e che si è mostrato soddisfatto della cura al fianco della prof.ssa Simonelli.
Paziente torna a vedere, primo caso al mondo
Il 38enne di Reggio Emilia che ha recuperato la vista era stato affetto dalla Sindrome di Usher di tipo 1B, questa è una rara malattia genetica che porta non solo alla cecità ma anche alla sordità. Oltre a essere il primo al mondo a recuperare l’uso degli occhi è stato anche il primo a essere sottoposto a questa cura genica.
Eppure non c’era certezza di cosa sarebbe accaduto, con il paziente, come da comunicato ufficiale, che ha specificato: “Ho accettato di essere il primo paziente, non solo per me, ma per tutti quelli che vivono le mie identiche difficoltà. Prima della terapia genica era tutto confuso e indistinto. Ora riesco a uscire la sera da solo, riconosco colleghi, oggetti, leggo i sottotitolo in tv anche da lontano, vedo le corsie del magazzino senza inciampare”.
L’uomo è stato operato presso la Clinica Oculistica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e a distanza di un anno non è più ipovedente. Dopo di lui sono stati sottoposti alla cura altri sette pazienti che confermano tollerabilità e sicurezza dell’operazione.
In merito al trattamento ha parlato la professoressa Francesca Simoneli, Ordinaria di Oftalmolgia, Direttrice della Clinica Oculistica e responsabile dell’ospedale su citato: “L’intervento di terapia genica non è, in sé, complesso. Si svolge in anestesia generale e prevede di iniettare nello spazio al di sotto della retina due vettori virali distintivi, che trasportano ciascuno metà dell’informazione genetica necessaria per produrre la proteina che manca nei pazienti”.
Attorno alla terapia stessa verranno effettuati ulteriori studi visto che è ha dimostrato di funzionare in maniera efficiente.