Donald Trump ha inviato la lettera-ultimatum a Ursula von der Leyen: dazi all’Europa del 30% a partire dal primo agosto. Il testo della missiva.
È datata 11 luglio 2025, ma l’Europa l’ha ricevuta il 12. Stiamo parlando dell’attesissima lettera-ultimatum del presidente Usa Donald Trump, che annuncia i dazi del 30% a partire dal primo agosto 2025.
Nelle scorse settimane il capo della Casa Bianca aveva anticipato l’invio delle missive senza però nominare Bruxelles tra i destinatari. E infatti nella prima tranche di spedizioni, il Vecchio Continente non era risultato tra i destinatari. Ma sabato 12 luglio è arrivata la batosta, che rischia di creare un vero e proprio caos nell’economia di ogni singolo Paese europeo, Italia inclusa.
Poche ore prima che l’Europa ricevesse la lettera, ne avevamo parlato su queste pagine con Confagricoltura, che attraverso uno dei suoi componenti della giunta nazionale Nicola Gherardi, aveva denunciato l’estrema incertezza che il settore agroalimentare italiano sta vivendo dal momento esatto in cui Donald Trump ha annunciato l’avvio della sua politica protezionistica in tv.
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Alla mail della presidente della Commissione europea, alla fine, questa lettera è arrivata. E comincia così: “Gentile Signora Presidente”. Con tre lettere maiuscole, proprio come prevedono i protocolli. “È per me un onore inviarLe questa lettera”. E chissà se per Ursula von der Leyen, riceverla sia stato lo stesso.
Cosa è scritto nella lettera che Trump ha inviato a von der Leyen
Nel corso della missiva, che il tycoon ha pubblicato sul suo social Truth, il tono usato non perde la sua istituzionalità, ma forse un po’ di gentilezza sì. Perché la Casa Bianca non ha mancato di ricordare che gli Stati Uniti hanno una “straordinaria economia”, sono “di gran lunga il mercato numero uno al mondo”.
E il fatto stesso che la Casa Bianca abbia inviato questa lettera dimostrerebbe “la forza e l’impegno delle nostre relazioni commerciali”, oltre che “gli Stati Uniti abbiano accettato di continuare a collaborare con l’Unione Europea, nonostante uno dei nostri maggiori deficit commerciali con Lei”.
La lettera continua dicendo che gli Usa hanno intenzione di continuare a collaborare con l’Europa, a patto di avere un “commercio più equilibrato ed equo”. È arrivato il momento di dire addio alle “politiche tariffarie e non tariffarie” e le “barriere commerciali”. Siccome le relazioni fino ad oggi, a detta di Trump, sono state “tutt’altro che reciproche”, i dazi partiranno dal primo agosto 2025. La tariffa applicata sui prodotti esportati dall’Europa negli Usa sarà del 30% e sarà “distinta da tutte le tariffe settoriali”.
Per la Casa Bianca questa percentuale sulla merce è “di gran lunga inferiore a quanto necessario per eliminare il divario di deficit commerciale che abbiamo con l’Ue”. Che dire: addio all’ipotesi dei dazi al 10% che avrebbero comunque avuto conseguenze negative per alcuni settori, ma sempre migliori.
La minaccia di Trump: “Se l’Europa risponde ai dazi, li raddoppieremo”
Nella lettera Trump ha ricordato quanto già dichiarato nei mesi scorsi. Cioè: le aziende europee che trasferiranno la produzione negli Stati Uniti non pagheranno i dazi. E in questo caso “faremo tutto il possibile per ottenere le autorizzazioni rapidamente, professionalmente e regolarmente, nel giro di poche settimane”.
Ma non è finita qui, perché gli Usa hanno intimato all’Europa di non aumentare le tariffe dei prodotti americani importati. Se dovesse farlo, “qualunque sia l’aumento scelto, verrà aggiunto al 30% che applichiamo”. In poche parole: 60%. (In foto, la seconda parte della lettera di Trump a von der Leyen).
Ma la porta non è completamente chiusa ai negoziati. Nella lettera infatti, si legge anche questo: “Se desiderate aprire i vostri mercati commerciali, finora chiusi, agli Stati Uniti, ed eliminare le vostre politiche tariffarie e non tariffarie e le barriere commerciali, potremmo valutare una modifica a questa lettera”. Nel senso che “queste tariffe potrebbero essere modificate, al rialzo o al ribasso, a seconda del nostro rapporto con il vostro Paese”.
Cosa sono le barriere commerciali: l’Europa dovrà difendersi
Tra le barriere commerciali non tariffarie ci sono anche le misure sanitarie e fitosanitarie, strettamente legate anche alla qualità dei prodotti che l’Europa decide di importare. I negoziati saranno fondamentali dunque, a garanzia non solo economica delle imprese italiane, ma anche della salute dei cittadini e alla difesa del buon cibo. Prerogativa quest’ultima, di tutta l’Ue, ma soprattutto dell’Italia.