Donald Trump non ha aspettato due settimane come aveva detto. Ha attaccato tre siti nucleari dell’Iran. Il ministro Crosetto: “Non ci ha colto di sorpresa”. Tajani: “Ora de-escalation e trattative”.
Gli Stati Uniti hanno sganciato le bombe bunker buster contro tre impianti nucleari, tra cui Fordow. Donald Trump non ha aspettato le due settimane annunciate qualche giorno fa, l’America entra in guerra contro l’Iran al fianco di Israele. Le tre fasi dell’operazione e le reazioni internazionali.
Tensione altissima in tutto il mondo per la decisione a sorpresa di Donald Trump. Dopo aver convocato il Consiglio di Sicurezza, ha deciso di attaccare prima della fine delle due settimane gli impianti nucleari di Teheran. Il raid è stato portato avanti con le bombe bunker buster, le GBU-57 e i bombardieri B2 Spirit.
Di quest’arma si era parlato nei giorni scorsi, perché è considerata l’unica capace di danneggiare e distruggere il sito nucleare di Fordow, situato nelle profondità d una montagna. Israele non era riuscito a distruggerlo nell’offensiva.
La GBU-57 è un ordigno di 12,3 tonnellate lungo sei metri che solo gli Usa potevano utilizzare. In teoria potrebbe essere trasportata con qualsiasi bombardiere in grado di sopportarne il peso, ma al momento gli Usa hanno configurato solo i loro aerei, i B2 Spirit. Essi sono pilotati solo dall’Air Force, sono prodotti dalla Northrop Grumman e trasportano carichi fino a 27.200 chilogrammi.
Questo bombardiere ha un’autonomia di circa 11mila chilometri senza rifornimento e 18.500 con rifornimento. La GBU-57 invece è un’arma convenzionale, cioè non nucleare, in grado di raggiungere una profondità di 60 metri prima di esplodere.
Quali sono i siti nucleari iraniani colpiti dagli Usa
Gli Usa hanno lanciato trenta missili da crociera Tomahawk, probabilmente attraverso le unità navali o i sommergibili posizionati nel Golfo Persico o nel Mar Arabico. Questi missili hanno colpito gli obiettivi sensibili di Natand e Isfahan.
Ma come abbiamo detto, il bersaglio principale di Donald Trump era il sito sotterraneo di Fordow. Per annientarlo, gli Usa hanno utilizzato ben 6 bunker buster da circa 13.600 chili.
I B2 sono partiti da una base in Missouri e hanno volato per 37 ore prima di raggiungere l’obiettivo. Erano stati trasferiti nei giorni scorso sull’isola di Guam, nel Pacifico Occidentale.
L’operazione Usa in tre fasi
Il piano degli Usa è presumibilmente quello approvato nei giorni scorsi, prima dell’ultimatum di Trump. È stato realizzato in tre fasi. Intorno alle 2 ora locale, si è verificato il primo, con 30 missili Tomahawk su Natanz e Isfahan.
La seconda fase, intorno alle 3 ora locale, gli Usa hanno sganciato le sei GBU-57 sul sito di Fordow con i B2, entrati nello spazio aereo iraniano con una copertura elettronica.
La terza fase è stata quella del ritiro di tutti gli aerei, ed è stata annunciata da Donald Trump sul suo social Truth: “Tutti gli aerei stanno rientrando sani e salvi”.
L’Iran deve “acconsentire a mettere fine a questa guerra”, ha scritto sui social il capo della Casa Bianca. “Si tratta di un momento storico per gli Stati Uniti, per Israele e per il mondo”. Di seguito, il discorso alla nazione che il presidente Usa ha pubblicato su Truth.
“Ci sarà Pace o per l’Iran sarà una tragedia” ha detto Trump. “Una tragedia ben più grave di quella a cui abbiamo assistito negli ultimi otto giorni”. E ancora: “Se la pace non arriverà presto, colpiremo altri obiettivi con precisione, rapidità e competenza”.
Le reazioni dell’Italia, Tajani: “Ora de-escalation e negoziati”
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante l’edizione straordinaria del Tg1, ha invocato una de-escalation: “Ci auguriamo che dopo questo attacco, che è stato un danno enorme alla produzione dell’arma nucleare, che rappresentava un pericolo per tutta l’area, ora si possa arrivare a una de-escalation. E che l’Iran si sieda al tavolo delle trattative”.
La priorità per l’Italia ora “è la sicurezza dei nostri connazionali. Ho parlato con la nostra ambasciata a Teheran, a Tel Aviv, il consolato a Gerusalemme, e si sta facendo tutto il possibile per far partire gli italiani che lo vogliono il prima possibile”, ha continuato Tajani.
“Da Sharm el Sheik partirà un volo con connazionali che arrivano da Gerusalemme e Tel Aviv. E lavoriamo per accompagnare in Azerbaigian gli italiani che vogliono lasciare l’Iran”.
Alcuni militari italiani sono stati fatti rientrare da Bagdad per il rischio ritorsioni “visto che era una base di italiani e americani”.
Crosetto: “Lo scenario cambia completamente”
Sull’attacco Usa in Iran è intervenuto anche il ministro italiano della Difesa Guido Crosetto. “L’attacco non ci ha colto di sorpresa”, ha detto nell’edizione straordinaria del Tg1, spiegando che quello che è successo “cambia completamente lo scenario”.
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E ancora: “Ora la risposta dall’Iran sarà molto più forte, gli Usa hanno già cominciato da giorni a spostare il personale presente nell’area”.
Starmer: “L’Iran torni ai negoziati”
“La situazione in Medio Oriente rimane instabile e la stabilità nella regione è una priorità. Invitiamo l’Iran a tornare al tavolo dei negoziati e a raggiungere una soluzione diplomatica per porre fine a questa crisi”. Così, il premier britannico Keir Starmer a Sky News.
Sui social aveva ribadito che “l’Iran non potrà mai avere il permesso di sviluppare un’arma nucleare”, giustificando l’attacco Usa: “Hanno preso provvedimenti per attenuare tale minaccia”.
Fordow is a parking lot! pic.twitter.com/Wd5ETy2aHm
— Vince Langman (@LangmanVince) June 22, 2025
Ue: “Facciano tutti un passo indietro”
L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Kaja Kallas ha chiesto di tornare al tavolo dei negoziati: “Esorto tutte le parti a fare un passo indietro, a tornare al tavolo delle trattative e a evitare ulteriori escalation”, ha scritto su X.
Ha inoltre ribadito il secco no di fronte all’ipotesi che l’Iran abbia il nucleare. I ministri degli Esteri Ue si incontreranno lunedì 23 giugno per discutere della situazione.
Germania: “Riprendere subito i negoziati”
La Germania ha esortato Teheran a riprendere i colloqui con gli Usa. Il cancelliere Friedrich Merz : “Raggiungere una soluzione diplomatica del conflitto”.
Qatar, gli attacchi Usa avranno “conseguenze catastrofiche”
Il ministero degli Esteri del Qatar ha condannato gli attacchi ai tre siti nucleari iraniani da parte degli Usa. Ed ha affermato che questo potrebbe avere “conseguenze catastrofiche” a livello regionale e globale.
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Anche l’Omam ha condannato il raid degli Usa, definendolo come “illegale”.
Iraq: “Minaccia pace in Medio Oriente”
Il governo iracheno ha condannato l’attacco esprimendo “profonda preoccupazione”. Perché “questa escalation militare rappresenta una seria minaccia alla sicurezza e alla pace in Medio Oriente ed espone la stabilità della regione a gravi rischi”.
Il portavoce del governo Bassem al Awadi ha dichiarato che l’Iraq “afferma il suo rifiuto di principio all’uso della forza nelle relazioni internazionali e chiede il rispetto della sovranità degli Stati e il divieto di prendere di mira le loro strutture vitali, in particolare quelle sotto la supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e utilizzate per scopi pacifici”.
Pakistan: “Dagli Usa, un crimine di guerra basato su falsità”
Secondo il presidente della commissione Difesa del Senato del Pakistan Mishahid Hussain Syed, l’attacco Usa “meritano una ferma condanna in quanto aggressione volontaria e crimine di guerra, basati su falsità come la guerra in Iraq del 2003! La lobby israeliana ha prevalso, mentre il presidente Donald Trump si è lasciato andare all’inganno e ha tradito la sua promessa di non iniziare nuove guerre”.
Houthi: “Disponibili a colpire le navi americane”
Il gruppo yemenita filo-iraniano Ansar Allah, più noto come Houthi, ha definito l’attacco Usa all’Iran come “una chiara dichiarazione di guerra contro la nazione fraterna”.
In un comunicato ha fatto sapere di essere “disponibile” a colpire navi e navi da guerra americane nel Mar Rosso “a difesa della nazione e a tutela della sicurezza nazionale”. L’attacco “rivela ancora una volta il volto oscuro degli Usa, il volto dell’arroganza, della crudeltà e dell’aggressività. Questa azione non ha nulla a che fare con il diritto internazionale, non è conforme alle carte delle Nazioni Unite e conferma che gli Stati Uniti sono lo sponsor ufficiale del terrorismo del regime sionista”.