Oltre 175mila salvate in dieci anni, quindici navi di soccorso, sette velieri e quattro aerei da ricognizione utilizzate.
È il bilancio fatto da alcune delle ong che operano nel mar Mediterraneo centrale in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Giornata che ricorre oggi 20 giugno. Le organizzazioni hanno anche presentato Mare solidale, una proposta concreta per un programma europeo di soccorso.
A lanciare l’appello sono state in queste ore Sos Humanity, United4Rescue, Sea-Watch e Sea-Eye. Hanno fatto il punto su un decennio di operazioni salvavita. E chiesto “la fine dell’ostruzionismo politico alle missioni di salvataggio”. Stando a quanto diffuso dalle organizzazioni, dal 2015 la flotta civile ha salvato o contribuito al salvataggio di 175.595 persone. Tutto ciò nonostante “i governi europei e la stessa Ue danno priorità alla deterrenza e al controllo delle frontiere”. Bisognerebbe invece rispettare “la protezione” e “il diritto internazionale”.
Le ong și riferiscono anche al decreto Piantedosi, che ha portato alla detenzione amministrativa di navi di soccorso in 28 occasioni. Ciò ha portato a 680 giorni di blocco delle operazioni. “Per dieci anni, noi, come società civile, ci siamo rifiutati di accettare che i rifugiati che attraversavano il Mediterraneo centrale venissero lasciati morire per il solo scopo di isolare l’Europa“, ha dichiarato Mirka Schäfer, portavoce di Sos Humanity.
Giornata del rifugiato, Stc: “I minori subiscono abusi sistematici”
Altri dati sono stati diffusi dall’Unhcr. Stando alle statistiche fornite dall’Agenzia Onu, il 67% degli italiani ritiene che i Paesi più ricchi abbiano la responsabilità morale di fornire sostegno finanziario ai rifugiati.
Oltre 122 milioni di persone sono state costrette a fuggire nel mondo a causa di guerre, violenza, persecuzioni e violazioni dei diritti umani. Un sondaggio Ipsos ha rivelato che, in 29 Paesi, la maggioranza delle persone ritiene che le nazioni più ricche dovrebbero assumersi maggiori responsabilità nel sostenere i rifugiati.
In particolare, il 67% degli italiani ritiene che i Paesi più ricchi hanno la responsabilità morale di fornire sostegno finanziario ai rifugiati. Stando ad un nuovo rapporto di Save the Children i minori rifugiati e migranti che arrivano in Europa subiscono abusi sistematici. E sarebbero oggetto di detenzione e di un’erronea identificazione come adulti. Il tutto mentre i Paesi dell’Unione europea inaspriscono i controlli sulle migrazioni nell’ambito dell’implementazione del Patto Ue sull’asilo e la migrazione.
“Bisogna garantire che i diritti dei minori non vengano messi da parte quando il Patto entrerà in vigore. – ha spiegato Willy Bergogné, direttore di Save the Children Europa e rappresentante dell’Ue – È stato concepito come un compromesso equilibrato tra sicurezza delle frontiere e diritti umani. Ma senza una più forte tutela dei diritti dei più piccoli nella sua attuazione, bambine, bambini e adolescenti, soprattutto quelli più vulnerabili, continueranno a pagare un prezzo altissimo”.