Sono oltre 1200 i chilometri che il pattugliatore della Marina militare Cassiopea deve percorrere per approdare a Shengjin, in Albania.
La nave italiana è partita ieri dalle acque internazionali a sud di Lampedusa, in Sicilia. A bordo ci sono 49 migranti intercettati nel weekend ritenuti idonei per il trasferimento verso i centri realizzati dall’Italia sul territorio albanese.
È il terzo viaggio di un pattugliatore italiano verso Shengjin, dopo i primi due di ottobre e novembre 2024 effettuati da nave Libra. Ed è un nuovo viaggio carico di dubbi e perplessità. A Shengjin i richiedenti asilo saranno identificati e faranno uno screening medico approfondito. Se saranno riscontrate condizioni di vulnerabilità verranno portati in Italia come è avvenuto in qualche caso nei due precedenti trasferimenti.
A quel punto i migranti saranno quindi trasferiti nell’altro centro sottoposto alla giurisdizione italiana, quello di Gjader, sulla base del trattenimento disposto dal questore di Roma. I giudici della Corte d’appello della Capitale, e non quelli del Tribunale ordinario come avvenuto le prime due volte, dovranno poi decidere, nel giro di 48 ore, se convalidare o meno il trattenimento. Entro giovedì, dunque, dovrebbe esserci il responso.
Nelle altre occasioni i magistrati hanno sospeso la convalida per tutti i migranti trattenuti. Sono stati quindi portati in Italia. Il motivo era la definizione “fumosa” di Paese sicuro di provenienza. Adesso, però, con la Cassazione che ha sancito che spetta al governo stilare la lista dei Paesi sicuri, e con la Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue) pronta a pronunciarsi entro la fine di febbraio, il quadro potrebbe essere completamente diverso.
Ungaro (Unhcr) in esclusiva per Notizie.com: “Saremo presenti ad ogni operazione”
Intanto il Cassiopea in queste ore continua a navigare. Nelle miglia nautiche che continua a macinare ci sono importanti partite politiche e giudiziarie. Ma soprattutto ci sono le storie di chi parte in mare alla volta dell’Italia su barconi di fortuna che a stento stanno a galla. Sia in nave sia nelle strutture è presente il personale dell’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Dall’inizio delle attività l’Onu è impegnata con un’attività di supervisione.
“Abbiamo rinnovato il nostro impegno di ulteriori 6 mesi per attività di monitoraggio indipendente. – ha spiegato, in esclusiva per Notizie.com, Filippo Ungaro, portavoce dell’Unhcr – Saremo presenti quindi ogni qual volta ci sono operazioni, sia in nave sia nei centri in Albania con un nostro team. L’obiettivo è osservare l’implementazione del protocollo a tutela dei diritti dei richiedenti asilo”.
A bordo del pattugliatore ci sono 49 persone provenienti da Bangladesh, Egitto, Costa d’Avorio e Gambia. Sono stati selezionati per essere sottoposti alla procedura accelerata di frontiera prevista per chi proviene da Paesi sicuri, non ha consegnato documenti di identità ed è un maschio, adulto, in buona salute e non accompagnato. Gli altri migranti soccorsi in mare nelle scorse ore, considerati vulnerabili, sono stati accolti in strutture italiane.
Ieri sono giunti al molo Favarolo di Lampedusa 15 naufraghi, fra cui 3 donne e un minorenne. Sono stati sbarcati anche i cadaveri di due bambini, di 2 e 3 anni. Un terzo fratellino risulterebbe tra i dispersi. I sopravvissuti sono originari di Nigeria e Cameru. Hanno riferito d’essere partiti da Sabratha, in Libia, giovedì sera. E di aver pagato 2mila dollari per la traversata fatta in parte con un natante in vetroresina di 10 metri.
Valastro (Croce Rossa): “Abbiamo il cuore colmo di tristezza”
“Abbiamo il cuore colmo di tristezza – ha detto Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana – per i due piccoli strappati dal mare alla loro famiglia e, più in generale, alla vita. I nostri operatori e i volontari presenti all’hotspot di Lampedusa, l’equipe multidisciplinare della Cri, si stringeranno attorno alla mamma e al papà dei due bimbi per supportarli in questo difficile momento”.
Ieri il Ministero dell’Interno ha parlato di un dato significativo. 53 migranti hanno presentato spontaneamente il proprio passaporto per evitare il trasferimento. “Ciò consente – si legge in una nota – di attivare le procedure di verifica delle posizioni individuali in tempi più rapidi anche a prescindere del trattenimento, aumentando le possibilità di procedere con i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere in Ue“.
Ma c’è un altro dato che fa da contraltare a quello del Viminale. Lo ha raccontato Francesca Saccomandi di Mediterranean Hope (Mh). Secondo l’operatrice “le operazioni di nave Libra prima e di nave Cassiopea adesso creano ulteriore confusione e paura. Abbiamo visto un ragazzo del Bangladesh sbarcare, sedersi da una parte e utilizzare la coperta che aveva intorno alle spalle per coprire il viso mentre piangeva. Una volta arrivati ci chiedono se sono in Albania o se verranno portati là. Vogliono essere rassicurati. È un dramma nel dramma“.
Frontex: “L’Agenzia supporta le autorità nazionali in molte attività”
Altri 160 migranti sono giunti a Lampedusa dopo che le motovedette di Frontex e della guardia di finanza hanno soccorso 3 imbarcazioni salpate da Tripoli e Zuwara in Libia. In Sicilia sono giunte quasi 400 persone nelle ultime ore in totale. Frontex è l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Abbiamo provato a sentire il loro parere circa l’utilizzo da parte dell’Italia delle strutture di Shengjin e Gyader.
“Frontex supporta le autorità nazionali in un’ampia gamma di attività di gestione delle frontiere, – ci hanno fatto sapere dall’Agenzia europea – il trasferimento dei migranti nelle strutture albanesi rientra invece in un accordo bilaterale tra Italia e Albania. In quanto tale, Frontex non è in grado di commentare la questione”. Intanto il Cassiopea, carico di uomini, di storie, di politica, prosegue la sua silenziosa navigazione. Entro le 8 di domani, martedì 28 gennaio 2025, attraccherà al molo di Shengjin.