Israele colpisce la sede dell’Irib, la televisione di Stato iraniana a Teheran “megafono della propaganda”. Il video della diretta, paura per la giornalista.
La giornalista conduce la diretta televisiva del telegiornale, poi improvvisamente tutto trema. La trasmissione si interrompe bruscamente e il video termina con la donna che lascia la sua postazione, polvere e detriti fluttuano nell’aria. Lo schermo alle sue spalle si oscura a causa del boato delle bombe. È un’altra scena della quarta giornata dei bombardamenti israeliani a Teheran: un attacco contro la sede dell’Irib, la televisione di Stato iraniana.
Un’ora prima dell’attacco, avvenuto nel distretto 3 di Teheran, dove sono situati gli uffici dell’emittente, Israele avrebbe emesso un avviso di evacuazione, in vista degli imminenti attacchi. Tel Aviv, per voce dell’Idf, ha giustificato l’atto dicendo che la sede è “stata utilizzata dalle forze armate iraniane per attività militari”. E anche per “promuovere operazioni militari sotto copertura civile, utilizzando mezzi e risorse proprie”.
Prima dell’attacco, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva dichiarato: “Il megafono della propaganda sta per finire”.
L’esplosione ha provocato anche fiamme all’interno dell’edificio in cui si trova l’Irib. La trasmissione è passata rapidamente a programmi preregistrati, ma poco dopo la diretta è ripresa. La giornalista, Sahar Emami, ha definito l’accaduto “il rumore dell’aggressione contro la patria”. Secondo la corrispondente di Al Jazeera Dorsa Jabari, “questo canale televisivo è il più seguito nel Paese perché i canali stranieri sono tutti vietati”.
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L’accaduto ha subito scatenato la reazione dell’Onu, che si è schierata al fianco dei giornalisti. Il viceportavoce delle Nazioni Unite Farhan Haq ha dichiarato: “Ribadiamo ancora una volta la nostra preoccupazione per qualsiasi attacco contro i giornalisti nell’esercizio del loro lavoro da parte di chiunque”.
Netanyahu: “La morte di Ali Khamenei porterebbe la fine del conflitto”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è convinto a portare avanti gli attacchi per impedire all’Iran di sviluppare le armi nucleari. Dopo l’episodio alla tv di Stato iraniana, il ministro della Difesa di Tel Aviv Israel Katz ha dichiarato che il governo “colpirà il dittatore iraniano”, cioè la guida suprema Ali Khamenei, “ovunque”.
Dura è stata la reazione del regime iraniano, che ha definito l’attacco agli uffici dell’Irib un “atto spregevole” oltre che un “crimine di guerra”. A dirlo è stato il portavoce del Ministero iraniano degli Esteri Esmael Baqaei. “Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve ora agire per impedire all’aggressore genocida di commettere ulteriori atrocità contro il nostro popolo”.
E proprio Ali Khamenei è l’obiettivo di Israele. Netanyahu ha infatti dichiarato che la sua morte potrebbe anche portare alla fine del conflitto. Ma intanto circolano voci secondo le quali Teheran sarebbe disposta a nuovi colloqui per i negoziati che stava portando avanti con gli Stati Uniti prima dell’attacco di Tel Aviv nei giorni scorsi.