Novemila euro per entrare in Italia, nuova inchiesta sulle falle del click day: così si arricchivano avvocati, Caf e camorra

Avvocati, titolari di Caf. Ma anche persone legate alla camorra, datori di lavoro compiacenti e intermediari bengalesi. Lo scopo di tutti era uno: sfruttare il click day (e le sue falle) per arricchirsi.

Siamo al terzo capitolo dell’inchiesta incentrata sulle infiltrazioni nel decreto flussi per favorire l’immigrazione clandestina in Italia. All’alba di oggi sono scattate 45 misure cautelari nei confronti di altrettante persone.

Bengalesi a Napoli, blitz dell'Antimafia
Novemila euro per entrare in Italia, nuova inchiesta sulle falle del click day: così si arricchivano avvocati, Caf e camorra (POLIZIA DI STATO FOTO) – Notizie.com

Per i primi due filoni il territorio di riferimento era il Salernitano, stavolta le indagini si sono spostate a Napoli e provincia. La polizia di stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea (Dda), ha eseguito il blitz. 45, come già accennato, gli indagati. Tutti sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravata, estorsione aggravata dal metodo mafioso, falso ideologico e truffa.

Si tratta dell’ennesimo vaso di Pandora scoperchiato sul decreto flussi. Quest’ultimo prevede una giornata precisa, il click day appunto, durante il quale un certo numero di lavoratori stranieri può presentare domanda per lavorare in Italia. Per la pratica sono necessari i documenti dello straniero e la disponibilità di un’azienda strutturata e solida nel nostro Paese. Basta anche la sola “promessa” di un contratto di lavoro.

Decreto flussi, sgominati tre network criminali

Coinvolti nel blitz anche avvocati, titolari di Caf ed esponenti della criminalità organizzata. Ai domiciliari sono finiti in 23. Tra di essi mediatori stranieri e datori di lavoro. Questi ultimi avrebbero messo a disposizione le proprie realtà aziendali per false assunzioni di cittadini extra Ue. Eseguito poi un decreto di sequestro preventivo di beni e rapporti assicurativi per un valore complessivo di circa due milioni di euro.

Le indagini si sono concentrate sulle cittadine campane di San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano. Qui è presente una folta comunità di cittadini del Bangladesh e sempre qui erano sorte tre associazioni a delinquere. A capo dei network criminali avvocati e gestori di Centri di assistenza fiscale. Secondo l’Antimafia l’obiettivo era lucrare su cittadini extracomunitari interessati ad entrare in Italia o a regolarizzare la propria posizione sul territorio nazionale.

L'Ufficio Immigrazione della Questura di Napoli
Decreto flussi, sgominati tre network criminali (POLIZIA DI STATO FOTO) – Notizie.com

Per farlo si sfruttavano le criticità della normativa relativa alle procedure di programmazione dei flussi d’ingresso in Italia di stranieri. Sistematicamente, insomma, le associazioni a delinquere avrebbero istruito ed inoltrato fittizie richieste di assunzione di aspiranti lavoratori extracomunitari. A tale scopo, e dietro lauto compenso, i legali e i gestori dei Caf avrebbero procurato agli interessati la documentazione falsa.

Una pratica nota, che avevamo approfondito già il 3 febbraio scorso. Tra i criteri da rispettare per entrare in Italia, infatti, c’era la disponibilità all’assunzione di imprenditori in realtà inesistente e l’idoneità degli alloggi in cui i lavoratori avrebbero dovuto essere ospitati. Gli indagati in questo caso utilizzavano le identità digitali (Spid) di altre persone compiacenti, tra cui un appartenente alle forze dell’ordine.

Click day, il ruolo delle organizzazioni criminali

Sono state così inoltrate diverse migliaia di richieste di nulla osta, con l’effetto finale, qualora le pratiche truffaldine trattate avessero superato lo sbarramento temporale del click day, di favorire l’immigrazione clandestina. È emerso che in alcuni casi gli stranieri, per assicurarsi il buon esito della propria istanza di assunzione, erano disposti a pagare per il tramite di intermediari loro connazionali, anch’essi lautamente ricompensati dalle organizzazioni, cospicue somme.

Somme di denaro che raggiungevano i 9mila euro, generando in tal modo un giro d’affari di svariati milioni. Il traffico era intercettato dalla camorra locale, che partecipava direttamente alla gestione delle pratiche sui flussi o esercitava le “classiche” estorsioni.

Nel corso delle indagini – si legge negli atti che Notizie.com è riuscito a visionare – operatori hanno arrestato in flagranza per estorsione aggravata dal metodo mafioso, in due distinti episodi, altrettanti esponenti di vertice del clan Fabbrocino, egemone in quel territorio.

L’operazione odierna, sommata alle due precedenti di Salerno, restituisce un quadro sconvolgente attorno al click day. In tre blitz sono oltre cento le persone indagate tra professionisti, mediatori ed esponenti della criminalità organizzata. Macchine che macinavano milioni di euro. Bisogna ricordare che l’allarme è scattato a giugno 2024. La premier Giorgia Meloni consegnò nelle mani del procuratore nazionale dell’Antimafia e dell’Antiterrorismo Giovanni Melillo un esposto sull’applicazione degli ultimi decreti flussi.

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