Dazi di Trump, la black list italiana: ecco tutti prodotti (amatissimi negli Usa) a rischio

Il terremoto economico-finanziario provocato dai dazi scatenati dal presidente Usa Donald Trump sta tenendo in apprensione anche migliaia di aziende italiane.

Prodotti italiani a rischio dazi
Dazi di Trump, la black list italiana: ecco tutti prodotti (amatissimi negli Usa) che rischiano di sparire dagli scaffali (CANVA FOTO) – Notizie.com

Stando a quanto annunciato dal tycoon, dopo quelli sulle automobili, sabato 5 aprile entreranno in vigore le tariffe per tantissimi altri prodotti. La premier Giorgia Meloni ieri ha disdetto tutti gli impegni per analizzare la situazione: “Non è una catastrofe”, ha poi annunciato.

Staremo a vedere, anche perché ci sono da considerare moltissimi fattori. L’Unione europea, Italia compresa, esporta verso gli Usa molti più prodotti di quanti ne importi. È questo il “disavanzo” cui Trump e i suoi analisti fanno riferimento quando parlano di “dazi reciproci”, che in realtà l’Europa non ha mai imposto. E poi: in che misura i consumatori americani continueranno ad acquistare prodotti italiani il cui prezzo sarà maggiorato del 20%?

L’incubo dei dazi: i prodotti italiani nel mirino di Trump

L’obiettivo di Trump è di spingere le aziende a spostare la produzione negli Usa, un’eventualità assai complessa per le eccellenze italiane, che potrebbero subire un durissimo colpo alle esportazioni. La maggior parte delle nostre aziende ha nella ricchezza del territorio e delle risorse italiane la propria forza, al di là delle conoscenze millenarie e dei metodi unici di lavorazione. Ciò vale soprattutto per le industrie dell’agroalimentare, ma in parte anche per la moda, le auto di lusso e i prodotti farmaceutici.

Nel dettaglio, i settori che potrebbero subire le maggiori perdite (e che gli stessi statunitensi apprezzano particolarmente) potrebbero essere quelli del vino e del prosecco, dell’olio d’oliva, dei formaggi, dei salumi, della pasta e del caffè. Vino e prosecco rappresentano uno dei fiori all’occhiello dell’export italiano, basti pensare ad esempio ai casi di Antinori e Frescobaldi.

Mozzarella italiana
L’incubo dei dazi: i prodotti italiani nel mirino di Trump (CANVA FOTO) – Notizie.com

Gli Usa rappresentano il nostro primo mercato straniero. Abbiamo due bellissime aziende e una rete distributiva per tutte le etichette del gruppo. – ha commentato Albiera Antinori, a capo di uno dei gruppi italiani più importanti per la produzione del vino – Le prospettive in caso di dazi elevati diventerebbero complicate per tutti i produttori italiani. Una guerra commerciale non conviene a nessuno. Però il mercato del vino esiste da millenni e sono certa che saprebbe resistere anche a questo”.

Altro prodotto simbolo del Made in Italy è l’olio d’oliva, molto apprezzato negli Usa (e in tutto il mondo) per le sue qualità organolettiche. Poi c’è il formaggio, il cui settore è già vittima del cosiddetto italian sounding, ovvero della commercializzazione di prodotti in realtà stranieri ma il cui nome “ricorda” i formaggi italiani. Quattro esempi su tutti: pecorino romano, parmigiano reggiano, grana padano, mozzarella di bufala.

L’ultima sfida per il Made in Italy: come sopravvivere ai dazi di Trump?

Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio: “Negli Stati Uniti chi compra il parmigiano fa una scelta consapevole. – ha spiegato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – I parmesan locali costano 2-3 volte meno e rappresentano il 93% del mercato. Imporre dazi aumenta solo il prezzo per i consumatori. Senza proteggere i produttori statunitensi”.

Preoccupati dalle nuove tariffe anche i produttori di salumi e di pasta, di cui si fa larghissimo uso negli Stati Uniti. C’è poi il caso del caffè, altra icona del Made in Italy. Per Riccardo Illy, ai vertici di Illycaffè per molti anni e oggi presidente del Polo del gusto, “trovarci oggi a una guerra dei dazi lo trovo semplicemente inconcepibile, incredibile”.

Pasta italiana
L’ultima sfida per il Made in Italy: come sopravvivere ai dazi di Trump? (CANVA FOTO) – Notizie.com

Possibilista sull’eventualità di produrre caffè negli Usa è invece l’attuale amministratrice delegata dell’azienda Cristina Scocchia.  Che ha però specificato: “Per realizzare una linea di montaggio occorrono due anni”.

Stesso discorso, ma il mercato in questo caso è quello del lusso, per le auto. Ferrari, storica casa di Maranello, ha già annunciato un aumento dei prezzi negli Usa per le sue supercar. E c’è da dire che il mercato statunitense è il primo per volumi di vendita per la casa automobilistica italiana. Infine, le aziende farmaceutiche italiane. I dazi potrebbero anche ostacolare la ricerca e lo sviluppo dei nuovi farmaci.

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