Terra dei Fuochi, la complessa eredità di un decennio in lotta. Il Comitato: “Ora siamo sensibili, pronti e coscienti”

Carinaro è un Comune di poco più di 7mila anime a una ventina di chilometri da Caserta. Siamo nel pieno della cosiddetta Terra dei Fuochi, in Campania.

Terra dei Fuochi, il Comitato Carinaro
Terra dei Fuochi, la complessa eredità di un decennio in lotta. Il Comitato: “Ora siamo sensibili, pronti e coscienti” (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

Anche qui un tempo si parlava a mezza bocca di veleni, di rifiuti interrati, di incendi. C’era la camorra a fare paura, c’era un’economia locale che si sorreggeva anche sull’agricoltura, sull’allevamento, su tutto ciò che di buono la terra, una volta, aveva da offrire. Eppure il rischio era già nero su bianco su studi, ricerche, dossier, analisi.

Tutto cambia un giorno di settembre del 2013. Marianna, una bambina di 8 anni, muore, stroncata da una leucemia linfoblastica acuta. Nulla è più come prima. A celebrare il funerale c’è don Maurizio Patriciello, già da allora in prima linea nella lotta ai traffici di rifiuti. “L’ecatombe che si consuma nelle province di Napoli e Caserta è insopportabile. – dice il parroco dall’altare – Indegna di un Paese democratico e civile. Siamo un popolo abbandonato a sé stesso. Questa è la pura verità. Chiedo ai campani sparsi per il mondo di alzare con me la loro voce”.

Il ricordo di Barbato in esclusiva per Notizie.com: “Ho fondato il Comitato nel 2013”

Un invito all’azione per chi è in quella chiesa a piangere su quella piccola bara bianca e non solo. Tra i gruppi di cittadini che decidono di alzare la voce con Patriciello c’è il Comitato Terra dei Fuochi e dei Veleni “Perdonaci, Marianna di Carinaro. “Ho fondato il Comitato nel 2013 – racconta Giuseppe Barbato, in esclusiva per Notizie.com – dopo che Marianna fu colpita dalla patologia causata dall’ambiente e dall’inquinamento in cui vivevamo. A quei tempi ero assessore alle Politiche sociali”.

Ieri la Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato l’Italia per inadempienza, a seguito di un ricorso presentato 11 anni fa da 41 cittadini e 5 associazioni. Nella zona è stato registrato un aumento dei tassi di cancro e dell’inquinamento delle falde acquifere. Secondo la Cedu lo Stato sapeva che i cittadini rischiavano la vita e non ha fatto abbastanza per informarli e proteggerli. Adesso lo Stato ha 2 anni per mettere in atto le bonifiche e per varare un’autorità indipendente che informi correttamente i cittadini.

Non si può gioire di una tragedia, ma il fatto che la Corte europea si sia espressa è comunque un riconoscimento”. Barbato, professione infermiere, è stato vicesindaco di Carinaro, impegnato politicamente fino al 2019. “Poi ho fatto largo ai giovani. Adesso faccio assistenza domiciliare in 8 Comuni dell’area della Terra dei Fuochi. I drammi sono quotidiani. 10 giorni fa è morto mio cognato, un tumore al polmone se l’è portato via in 4 mesi”.

Giuseppe Barbato ha ricoperto anche ruoli nella Pro Loco e in Azione Cattolica “ma sono titoli che non valgono nulla difronte a simili tragedie. Nel mio piccolo ho partecipato a tante manifestazioni, ho coinvolto moltissime persone”. Sulla pagina Facebook del Comitato la timeline è densa di foto e ricordi di chi non ce l’ha fatta, sconfitto dai veleni. Poi, testimonianze delle ultime manifestazioni. Nel mirino c’è la costruzione di un biodigestore nell’area.

La Terra dei Fuochi è finalmente una problematica nazionale ed europea

Qual è adesso l’eredità di tutte quelle battaglie? “Ora – spiega il fondatore del Comitato – ci sono i controlli. Anche stamattina una persona che sversava rifiuti è stata fermata. Si sono accesi tanti riflettori da parte dello Stato e delle forze dell’ordine. La Terra dei Fuochi è una problematica nazionale ed europea, come abbiamo visto ieri. La gente ora è sensibile, cosciente e pronta”.

Terra dei Fuochi, incendi continui
La Terra dei Fuochi è finalmente una problematica nazionale ed europea (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

Ieri don Patriciello ai nostri microfoni ci diceva che “i peggiori nemici” sono stati i negazionisti, “li abbiamo trovati dappertutto: tra gli agronomi, i politici, i camorristi, la gente comune”. “Ho sentito anche don Maurizio. Mi rammentava: ‘Ricordi quando la gente diceva: ma il prete non ha nient’altro da fare?’ Ci sono molte componenti che formano il giudizio. – conclude Barbato – Ma quando qualcuno in famiglia viene toccato, cambia tutto”.

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