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Lavoro, Guerra (Pd) a Notizie.com: “Le risorse si redistribuiscono aggiornando gli stipendi all’inflazione”

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Giovanna Sorrentino

Non abbiamo bisogno di aiutare le imprese ad assumere: i problemi del mondo del lavoro sono altri. Servono programmi di formazione”. 

A parlare ai nostri microfoni, Maria Cecilia Guerra, ex sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze durante i governi Conte II e Draghi. “Dobbiamo chiederci se l’uso che si fa di questi 5 miliardi sia quello più efficace per affrontare i temi del lavoro”. 

Lavoro, Guerra (Pd) a Notizie.com: “Le risorse si redistribuiscono aggiornando gli stipendi all’inflazione” (Ansa Foto) – notizie.com

Il decreto 1 maggio approvato dal Consiglio dei ministri il Primo Maggio, è stato criticato soprattutto per il Bonus tredicesima, definito dai sindacati una “mancetta elettorale” pensata per la campagna elettorale. Il provvedimento è finanziato con fondi europei e nazionali e in parte con quelli del programma Gol previsto nel Pnrr.

Onorevole Guerra, il decreto 1 maggio prevede il cosiddetto Superbonus lavoro: un’agevolazione sulle assunzioni. È pari al 120% per i contratti a tempo indeterminato e al 130% per chi assume lavoratori svantaggiati.
Questo intervento raddoppia l’incentivo che già c’era. Ma il punto è: abbiamo bisogno di aiutare le imprese ad assumere o abbiamo altri problemi?”.

Si risponda…
Una ricerca Inapp dimostra che solo il 4,5% delle imprese dichiara di aver deciso di assumere grazie agli incentivi. Rischiamo di finanziare assunzioni che ci sarebbero comunque state. Il vero tema è che molte imprese trovano difficoltà ad assumere non per il costo del lavoro, ma perché mancano le figure per specifici ruoli. Sarebbe quindi importante, usare questi soldi anche per fare programmi di formazione che aiutino le persone ad aggiornare le loto competenze. Altrimenti avremo una difficoltà enorme sul mercato del lavoro. Stiamo rischiando di metter soldi dove non ce n’è bisogno e lasciare sguarnite misure che sarebbero importanti”.

Il decreto prevede incentivi per l’autoimpiego.
Questo potrebbe essere utile, soprattutto al Sud”.

“Bonus tredicesima è inguardabile”

Il provvedimento più criticato è stato il Bonus tredicesima 2024. Che ne pensa?
Credo che sia una cosa inguardabile, sia dal punto di vista tecnico sia del merito. Per quanto riguarda il merito, siamo di fronte a un governo che si è rifiutato, andando contro la legge, di dire nel Def quali programmi ha per il 2025 e per gli anni seguenti. E adesso tira fuori dal cilindro una misura che impegna le risorse. Non ci hanno detto se vogliono rifinanziare il taglio del cuneo fiscale, se vogliono confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef da 4 a 3, se confermeranno i bonus annunciati. Però inventano un’altra misura, indirizzata solo a un milione di persone, quindi a un nuovo bacino elettorale, ma senza un criterio. Mi chiedo: perché se è dedicato a persone con figli, non indirizzarla anche ai lavoratori autonomi? E perché per i lavoratori poveri non utilizzano gli strumenti che già abbiamo di contrasto alla povertà?”. 

Giorgia Meloni svela l’obiettivo del governo – Notizie.com – © Ansa

Quali sono gli aspetti tecnici che non la convincono del Bonus tredicesima?
Per ottenere questi 100 euro dovrà essere fatta un’autodichiarazione del reddito complessivo, che è lontana dal periodo delle dichiarazioni, quindi si può sbagliare. Se ci si sbagliasse, questi soldi dovranno essere restituiti? Inoltre non saranno 100 euro per tutti, perché dipenderà dal reddito. Rischia di essere un boomerang ed è un “pagherò”: portano a casa il premio politico di un bonus che arriverà tra 7-8 mesi, in un contesto di finanza pubblica stretta. Inoltre, Meloni aveva dichiarato che non avrebbe fatto bonus, criticando quelli che i governi Conte II e Draghi hanno fatto. Io vado fiera di quelle misure, che non erano bonus: erano indennità temporanee durante la pandemia, destinate a persone che non potevano lavorare a causa del lockdown”.

Redistribuzione delle risorse: “Adattare i salari all’inflazione”

La premier Giorgia Meloni ha parlato di redistribuzione delle risorse. Cosa manca in questo decreto per arrivarci?
Cosa vuol dire redistribuzione delle risorse? Se le usiamo per ridurre i contributi, dobbiamo coprire questi ultimi con la fiscalità generale, che è sostenuta in larga parte dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Quindi bisogna capire quanto tagliamo e a chi. Stiamo abbattendo il costo del lavoro in capo alle imprese in un contesto in cui le imprese stanno godendo di un costo del lavoro molto basso, diminuito di quasi il 10%, perché i salari non sono adattati all’inflazione. Diversamente dagli altri Paesi, i nostri stipendi hanno perso tra il 9 e il 10%. Il tema della redistribuzione è tra salari e profitti: dobbiamo aggiornare gli stipendi rispetto all’inflazione, a partire dalle fasce più esposte”. 

Come si fa?
Il governo dovrebbe sostenere la ripresa della contrattazione e impegnare risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. Abbiamo dati positivi sull’occupazione, che è cresciuta più del Pil e che possiamo spiegare solo col fatto che i lavoratori non sono pagati il giusto. I contratti a tempo indeterminato sono cresciuti perché abbiamo una composizione dei lavoratori che si sposta sempre più verso le età più alte: cioè persone che non possono uscire dal monto del lavoro perché non hanno i criteri. Così i giovani sono meno impegnati a tempo indeterminato”.