Tasse in aumento per i fattorini Uber: sciopero programmato per la prossima settimana

I corrieri di Uber Eats sono pronti a far sentire il proprio dissenso scendendo in piazza e protestando contro la loro azienda

I fattorini belgi sono pronti a far sentire la propria voce. Tra martedì e mercoledì la società di consegna del cibo, i corrieri di ‘Uber Eats’ hanno organizzato uno sciopero nella città di Bruxelles per far valere le proprie ragioni. Questo raggiungerà il proprio apice, nella giornata di mercoledì 1 maggio, quando alle 16.30 si recheranno presso la sede belga dell’azienda. La manifestazione di dissenso sarebbe stata avviata dal collettivo di corrieri cittadino ‘La Maison des Livreurs’ e sostenuta anche dal sindacato cristiano ACV United Freelancers. Quest’ultimo, per mezzo delle parole del portavoce Martin Willems, ha spiegato come si attende una grossa partecipazione all’evento.

Tasse in aumento per i fattorini Uber: sciopero programmato per la prossima settimana
Un fattorino di Uber Eats (Ansa Foto) – Notizie.com

L’attenzione è a Bruxelles, ma ci sono contatti anche con corrieri a Gand, Liegi e Anversa. Mi aspetto che centinaia di lavoratori parteciperanno a questo movimento” spiega. I fattorini sperano che al più presto arrivino anche delle parole in merito da parte della stessa Uber, in modo che si possa evitare uno scontro e aprire immediatamente un canale di discussione. In tal senso, però, lo stesso Willems spiega di non essere troppo ottimisti e di ragionare, invece, sul come muoversi in maniera concreta. Cresce dunque l’attesa in Belgio verso quella che sarà una protesta pacifica, ma non per questo meno importante o simbolica.

I motivi della protesta

I motivi principali che hanno diffuso questa necessità di mostrare platealmente il proprio dissenso sono due. Il primo è il tema economico. “Le tasse sono aumentate dal 2019, mentre l’inflazione è stata almeno del 20%“, spiegano i promotori che chiedono espressamente un aumento salariale di almeno 2 euro a viaggio e 0,5 euro a chilometro percorso. Un incremento del proprio stipendio che possa coprire le spese e l’impegno che viene messo a disposizione della società quando i corrieri mettono a disposizione i propri mezzi – fisici e non solo – per completare un ciclo intenso di consegne nei tempi prestabiliti.

I motivi della protesta
Una borsa di un corriere di Uber Eats (Ansa Foto) – Notizie.com

La seconda ragione è, invece, inerente al loro ruolo. Questi contestano il fatto che Uber non voglia rivedere lo status dei fattorini e il lassismo del governo in questo settore. Nonostante, infatti, alla fine dello scorso anno, in una causa contro Deliveroo – concorrente di Uber Eats – il tribunale del lavoro di Bruxelles ha stabilito che i corrieri che consegnano cibo – come in questo caso – dovrebbero essere considerati dipendenti, nulla è ancora cambiato a livello legale. La speranza è che dopo aver reso pubbliche le proprie ragioni questa protesta possa portare qualche effetto.

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