“Se non ti sposi fai la fine di Saman Abbas”. 20enne costretta a sposare il cugino a distanza

Giovane, poco più che ventenne eppure obbligata a sposare il cugino a distanza. Vittima di maltrattamenti. E’ successo a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, “Farai la fine di Saman Abbas”

Una storia di cronaca che si ripete, per circostanze e per luoghi. Siamo a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Qui una ragazza poco più che ventenne è stata minacciata; è diventata vittima di maltrattamenti e costretta a sposare il cugino  a distanza. Poi quella frase, che tanto ricorda, un atroce quanto innaturale delitto. “Se non ti sposi fai la fine di Saman Abbas”.

"Se non ti sposi farai la fine di Saman Abbas", ventenne costretta alle nozze con un cugino
Saman Abbas (screenshot video YouTube)

A pronunciare le drammatiche parole  il padre, un 52enne pachistano, residente proprio nel paese in cui viveva la famiglia di Saman. Ma per quest’uomo e per la sua compagna, ovvero matrigna della giovane, gli uomini  dell’Arma hanno dato esecuzione ad un divieto di comunicazione e avvicinamento. E’ stato disposto inoltre per la coppia il braccialetto elettronico.

“Se non ti sposi fai la fine di Saman Abbas”. 20enne costretta a sposare il cugino a distanza

"Se non ti sposi farai la fine di Saman Abbas"
“Se non ti sposi farai la fine di Saman Abbas”, foto Notizie.com

Nel 2021, la ragazza era stata appunto costretta alle nozze a distanza col cugino, ma continuava a non voler contrarre il matrimonio anche fisicamente. Ecco perchè padre e matrigna sono stati accusati di maltrattamenti. L’uomo deve rispondere inoltre di costrizione e induzione al matrimonio. La ventenne viveva a Novellara. Con lei abitava il papà e la matrigna, insieme ai fratelli di seconde nozze. La madre naturale della giovane, risultava fosse morta in Pakistan quando lei era ancora piccolina. Si sarebbe trattato di morte naturale, eppure la ragazza ha raccontato che la donna sarebbe stata uccisa dallo zio, fratello maggiore del padre.

Un’indagine condotta dagli assistenti sociali, ha accertato che la ventenne era impossibilitata ad uscire. Non poteva trovarsi un lavoro. Gli adulti che vivevano con lei le dicevano fosse musulmana, e la obbligavano a non fidarsi di nessuno. Proprio ai servizi sociali la ragazza ha raccontato che il padre aveva organizzato un viaggio in Pakistan. A questo punto, temendo per la propria vita, aveva accettato la collocazione presso una comunità. In Pakistan infatti  si sarebbe dovuto celebrare  fisicamente il matrimonio. Ma quando la ragazza si è opposta, il padre l’avrebbe minacciata dicendo che le sarebbe capitata la stessa sorte che era toccata a Saman Abbas. La Procura reggiana, diretta dal procuratore Calogero Gaetano Paci, ha condiviso gli esiti delle indagini dei carabinieri di Novellara, supportate anche dalle attività dei servizi sociali del Comune e ha richiesto e ottenuto dal Gip le misure cautelari.

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