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Vespa la storia di un mito italiano, Marcello Albanesi a Notizie.com: “La svolta con Billy Wilder”

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Matteo Fantozzi

La Vespa è senza dubbio uno dei simboli del nostro paese, lo ha analizzato molto bene Marcello Albanesi nel suo Vespa La storia di un mito italiano libro edito da Diarkos Editore.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autore che ci ha raccontato diversi aneddoti e momenti interessanti legati proprio al mondo di questa straordinaria motoretta utilitaria leggera.

Marcello Albanesi, Vespa La storia di un mito italiano (ANSA) Notizie.com

Lasciamo parlare Marcello Albanesi.

Perché la Vespa è un mito?
La “motoretta utilitaria leggera”, quando debuttò nell’aprile del 1946 ebbe un riscontro molto poco omogeneo tanto dalla stampa che dagli addetti ai lavori. La Vespa nonostante la curiosità che anche aveva avuto ai suoi esordi non riuscì a imporsi subito e la Piaggio si ritrovò con alcune centinaia di modelli in magazzino. Questo andamento negativo durò per qualche anno fino a quando, agli inizi degli anni ’50, Billy Wilder non venne a Roma per girare quello che diventerà, da subito, uno dei suoi capolavori: Roman Holiday (Vacanze Romane). Il film prevedeva -come da sceneggiatura- alcune scene in esterno con i due protagonisti, Audrey Hepburn e Gregory Peck, in giro per il centro di Roma con la botticella (il tipico carro romano trainato dal cavallo). Invece… al posto del tradizionale mezzo romano venne impiegata per quelle stesse scene la Vespa (nuovo modello, che differiva da quello originario, più perfezionato e con degli accessori in più, come il cavalletto). La fortuna dello scooter Piaggio, dunque, è strettamente legata al successo mondiale del film, che valse anche il primo e unico Oscar all’attrice protagonista. Il cinema fu il mezzo pubblicitario per eccellenza che lanciò a livello internazionale la Vespa. Questo successo non si è mai esaurito, magari ha avuto dei periodi di calo, ma ha sempre accompagnato ovunque nel mondo il nome di Vespa, che oggi è un brand a sé che fa parte del Gruppo Piaggio. L’essere stato il miglior prodotto al momento giusto è alla base del suo successo. Questo è bene ricordarlo, perché non è vero quello che spesse volte si dice o si legge riguardo le origini della Vespa. Non è stata il frutto di una felice intuizione di Enrico Piaggio e di Corradino D’Ascanio (l’ingegnere che l’inventò). La sua genesi è molto più arzigogolata, contorta. La sua storia è molto più affascinante, per alcuni versi, di quanto si voglia ammettere e si narri normalmente.

Come nasce l’idea di questo libro?
La casa editrice Diarkos è specializzata essenzialmente in monografie, è una piccola ma importante realtà editoriale. E’ stata lei a propormi, in mezzo ad altri temi, quello della storia della Vespa. Per correttezza, devo confessare che non essendo nemmeno un vespista e neanche un esperto di motori, meno che mai delle due-ruote, ho trovato che questa poteva essere una bella sfida -per me- da affrontare. Quindi è stato un libro su commissione. Tuttavia l’ho scritto con grande entusiasmo e passione, soprattutto il mio essere completamente estraneo alla tematica, mi ha permesso di avere uno sguardo oggettivo tale da poter scandagliare a fondo, senza pregiudizi o tifoserie di parte, le sua vera storia. Un progetto nato per caso ma che ha dato dei risultati, per me, davvero eccezionali.

Cosa rappresenta questo brand all’estero?
Ancora oggi, nonostante le varie vicissitudini aziendali intercorse nel tempo, Vespa è lo scooter più venduto (e ambito) al mondo. Vespa rappresenta essenzialmente il made in Italy e in particolare è diventato un sinonimo di Italia, del bel-Paese, di originalità, di creatività e di bellezza. Tuttora la maggior parte dei grandi film (ma non solo) mostrano scene in cui uno dei personaggi se guida uno scooter, questo è quasi sempre una Vespa Piaggio. Questo fenomeno è noto come product placement, una sorta di pubblicità occulta per intenderci. Mi piace qui ricordare solo alcuni ultimi casi: “Luca” il primo cartoon firmato Disney e ambientato interamente in Italia è imperniato tutto proprio sulla Vespa. “Cruella”, il prequel de La carica dei 101, vede in alcune scene proprio la Vespa come mezzo ambito di locomozione. Dunque nel mondo Vespa continua a essere pubblicizzata (senza pubblicità) e continua a mantenere il suo status quasi di sex symbol delle due ruote.

Come mai la Piaggio poi in seguito non è riuscita a ripetersi sotto questo punto di vista?
Questa domanda dovrebbe essere posta a qualche dirigente della Vespa, più che me. Pensando a una risposta la prima cosa che mi è venuta in mente è stata, in realtà, una sorta di paragone. Ho pensato a quei cantanti che hanno scalato le vette del successo con un solo brano, il loro nome è ancorato a quel pezzo musicale e non sono mai riuscito a essere noti per un’altra canzone. Ecco, chissà, forse c’è qualcosa di simile anche per la Vespa?!

Vespa la storia di un mito italiano (Notizie.com)

Perché dovremmo leggere il suo libro?
Ci sono diverse ragioni per cui leggere il mio libro “Vespa. Storia di un mito italiano”. Innanzitutto perché è frutto di una lunga ricerca attraverso la quale ho ricostruito la vera storia dello scooter senza accontentarmi della narrazione ufficiale e tanto diffusa. Pertanto, chi volesse conoscere qualcosa in più e di vero, troverebbe il pane per i suoi denti. E ancora, è un libro che non dimentica la dimensione storica, lo sfondo sociale in cui Vespa nasce. Perché è scritto in modo che chiunque possa capire quello di cui parlo, motori compresi (e io, come detto sopra sono una negazione totale su questo argomento). Ecco, questo mio continuo pensare a tutti e non solo agli appassionati, ai fanclub. Infine, perché come molte volte mi è stato detto, è sì una monografia, ma si legge (anzi, si divora) come fosse un romanzo. Una volta iniziato è impossibile interromperne la lettura.

Sta lavorando a qualcosa di nuovo?
Sto attualmente finendo la stesura di quello che sarà il mio quinto libro. Questo, che dovrebbe uscire poco prima di Natale, sarà una mia antologia, una raccolta di racconti alcuni già editi e altri nuovi. “Strappi di vita”, questo è il titolo, sarà pubblicato (come gli altri due romanzi: “La panchina. Liberi di amare”- di cui esiste anche la versione inglese e quella spagnola- e “Martin. Per sempre insieme”) in auto-publishing con Amazon. E non posso, a questo punto, però non citare anche la mia seconda monografia uscita sempre con Diarkos, “Gucci. Un impero del made in Italy”. Inoltre sto lavorando al mio terzo romanzo di cui però non vorrei dire nulla, essendo ancora in fieri. Tutti i mie libri sono disponibili su Amazon e le mie monografie, distribuite Mondadori, anche in qualsiasi libreria su tutto il territorio nazionale.

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Matteo Fantozzi