Gabon, dopo le elezioni i militari proclamano il colpo di Stato

Crisi in Gabon, dove a Libreville un gruppo di ufficiali militari sono insorti per proclamare l’annullamento delle elezioni, fino allo scioglimento delle istituzioni. L’ex guida del Paese per quattordici anni, Ali Bongo Ondimba, era appena stato rieletto in seguito alle elezioni di sabato scorso. “Stiamo mettendo fine al regime in vigore”, hanno affermato all’alba di stamane una dozzina di soldati gabonesi alla televisione pubblica Gabon 24. 

Fra i militari c’erano dei membri della guardia pretoriana della presidenza, detta Guardia Repubblicana (GR), con i loro caratteristici berretti verdi che ne permettevano il riconoscimento, insieme agli agenti di polizia e ai soldati dell’esercito regolare. In diretta televisiva hanno annunciato l’annullamento delle elezioni e lo scioglimento delle istituzioni della Repubblica.

gabon
(Ansa)

La vittoria presidenziale di Ali Bongo Ondimba, il presidente “monarca”, non è bastata per la sua rielezione, dopo quattordici anni di governo del Paese. I militari hanno annullato il voto, con una dichiarazione trasmessa anche dalla televisione pubblica Gabon Première. Ondimba aveva guadagnato il 64,27 per cento dei voti alle elezioni di sabato scorso, ma i militari non hanno condiviso l’evento, e oltre ad annullare la vittoria hanno anche aggiunto che “le frontiere sono chiuse”.

Il golpe a seguito del risultato delle elezioni

Il Gabon ha poco più di due milioni di abitanti, e nella notte una dozzina di soldati e poliziotti ha deciso di annunciare la “fine del regime”, subito dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali delle elezioni presidenziali di sabato. Il presidente in carica, oltre ad essere stato al potere negli ultimi 14 anni, aveva fatto seguito al padre Omar che “regnava” dall’indipendenza. Tre anni fa lo stesso Ali Bongo aveva subito un ictus ma questo non era bastato per fargli abbandonare il potere, con le perplessità del caso anche a livello internazionale.

I golpisti hanno affermato però che il suo è “un governo irresponsabile e imprevedibile che si traduce in un continuo deterioramento della coesione sociale che rischia di portare il Paese nel caos”. Nel Paese, tuttavia, la penetrazione cinese risulta sempre più profonda, in particolare per il controllo del petrolio , vera risorsa economica del Paese per quasi la metà del bilancio statale e del Pil. Non ci sono insomma dubbi sull’accaduto, ma nel mentre la Francia ha affermato di stare “monitorando” la situazione. Nonostante Parigi sia stata espulsa dal Gabon, dopo il Niger, altro Paese di sua influenza da cui la Francia è stata cacciata. Il secondo in un mese, il sesto in tre anni.

gabon
(Ansa)

“Tutte le istituzioni della Repubblica sono sciolte: il governo, il Senato, l’Assemblea nazionale e la Corte costituzionale. Invitiamo la popolazione a rimanere calma e serena e riaffermiamo il nostro impegno a rispettare gli impegni del Gabon nei confronti della comunità internazionale”, ha proseguito, annunciando la chiusura delle frontiere del Paese “fino a nuovo ordine”, hanno detto i soldati. Ora, probabilmente, accadrà quanto già visto nel golpe del 26 luglio a Niamey, in Niger. Dopo la minaccia di sanzioni da parte di organismi economici come l’Ecowas, si tornerà ad elezioni che verranno annunciate come trasparenti, per lasciare in realtà tutto sospeso nel vuoto, come nell’altro Paese africano sta attualmente accadendo. Il tutto nel silenzio dell’Onu e dell’Occidente.

Impostazioni privacy