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Esteri

Ucraina, con gli F-16 la svolta? L’esperto russo: “C’è da attendere”

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Francesco Gnagni

Secondo l’esperto militare russo Dmitry Kuznets attualmente Washington starebbe cercando di evitare una terribile escalation che porterebbe a uno scontro diretto con Mosca. Vale a dire, a un conflitto di ordine mondiale. Un vero e proprio incubo da scongiurare che tuttavia rientra nel novero delle possibilità.

Kuznets, esperto militare che da tempo monitora con attenzione cosa accade sul campo ucraino, con dati, intervistato dalla Stampa ha spiegato che quella americana sarebbe “una politica adottata da prima dell’invasione, e riguarda non solo gli aerei ma anche i missili a lunga gittata che gli Usa continuano a non voler inviare”.

(Ansa)

Il commento personale sulla strategia americana è tuttavia laconico. “Difficile dire quanto questa politica sia giustificata”, afferma. Da giorni infatti si spiega che Kiev non potrà mettere in campo i propri F-16 prima della prossima primavera. Un processo dovuto ai lunghi tempi di addestramento dei piloti, nonché alla costruzione delle infrastrutture necessarie per la manutenzione degli stessi velivoli.

Ecco perché gli aerei potrebbero cambiare la situazione sul campo di battaglia

Tuttavia, questi aerei potrebbero cambiare la situazione sul campo di battaglia. Questo perché, spiega l’esperto, “si tratta di aerei multifunzionali”, che “possono essere impiegati come un sistema di contraerea aggiuntivo per contrastare gli elicotteri russi, che stanno creando molti problemi all’esercito ucraino”. In più, aggiunge, “possono supportare numerose armi per attaccare obiettivi terrestri, come le bombe guidate e i sistemi Jdam, che permettono di manovrare bombe convenzionali tramite il Gps”.

Mezzi che, anche se dovessero arrivare nel momento in cui la guerra potrebbe persino essere finita, come molti sperano, servirebbero comunque alla sicurezza ucraina. Che oggi dispone solamente di “aerei sovietici antiquati, la maggior parte dei quali non sono stati modernizzati dai tempi dell’Unione Sovietica”, e che “sono inferiori a quelli russi praticamente su tutti i parametri, sia per quanto riguarda i sistemi di comando e delle comunicazioni, che per quanto riguarda i radar. Non possono aprire il fuoco da una distanza sufficiente, per questo al momento vengono usati raramente e solo per lanciare a distanza le poche bombe guidate fornite dall’Occidente”.

(Ansa)

Anche se, ad oggi, sono solo in sei i piloti che cominceranno l’addestramento con gli F-16. Le ragioni? “Difficile dirlo, sembra dipendere dalla burocrazia della Nato”. 

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Francesco Gnagni