Non solamente la questione che riguarda gli orsi, adesso tocca anche ai lupi: in merito a ciò è stato diramato il comunicato ufficiale
La notizia è delle ultime ore ed arriva direttamente dal Tar di Trento. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che lo stesso abbia respinto ben tre distinti decreti: tutti che riguardano le richieste di sospensione cautelare dell’ordinanza di abbattimento che riguardano due esemplari di lupo. Le stesse che sono state presentate dai legali delle associazioni animaliste Enpa, Oipa, Leidaa, Lav, Wwf e Leal.
Ultimamente il numero uno della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, aveva emesso le ordinanze di uccisione di due lupi presenti nel suo territorio. In particolar modo sul versante trentino dei Monti Lessini. Nella stessa zona, a quanto pare, vivono almeno una trentina di esemplari. Nel comunicato emanato dal Tar di Trento (guidato da Fulvio Rocco) si legge ciò: “il prelievo mediante uccisione di soli due individui nell’ambito del branco per certo non compromette la complessiva integrità della specie animale tutelata con riguardo alla sua consistenza numerica non solo nell’intero territorio italiano e del Trentino ma anche nella stessa area geografica della Lessinia“.
Tar di Trento respinge richiesta sospensione di abbattimento di due lupi
Per quanto riguarda la camera di Consiglio il tutto è stato fissato in un incontro per il 14 settembre. Nel frattempo la ‘Lega Anti Vivisezione‘ (Lav), Lndc e Wwf non hanno voluto perdere altro tempo ed hanno deciso di ricorrere al Consiglio di Stato. Segno del fatto che non hanno alcuna intenzione di arrendersi e continueranno a proseguire per la loro strada. Nel frattempo non si è fatta attendere la risposta dell’assessore all’Agricoltura e foreste della Provincia di Bolzano, Arnold Schuler. Quest’ultimo ha fatto sapere che la situazione nella sua regione, ogni giorno che passa, sta diventando sempre più critica.
Queste sono state alcune delle sue dichiarazioni in merito: “La situazione diventa sempre più critica e in ogni caso dobbiamo trovare una soluzione, una delle quali può essere una misura di prelievo“. Anche perché i numeri parlano fin troppo chiaro: si tratta di almeno 56 animali che sono stati predati nel 2018. Un aumento improvviso, con il passare degli anni, fino a quando non si è superata la soglia dei 500 (per la precisione 517) lo scorso anno. Senza dimenticare i primi sette mesi del 2023.
