Emilia Romagna, il grido di allarme degli agricoltori: “Perso un anno di lavoro”

Luigi Bosi, agricoltore emiliano, in esclusiva a Notizie.com: “La situazione è drammatica e non ci rendiamo ancora conto di quanto stiamo perdendo”.

L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ha provocato morti, feriti, dispersi e ha causato allagamenti ed enormi perdite da un punto di vista economico. Nei giorni scorsi sono stati numerosi gli allevatori che hanno lanciato un grido di allarme per la perdita di numerosi animali. “Chi ha terreni agricoli si trova in enorme difficoltà. Purtroppo abbiamo la certezza di aver perso gran parte del lavoro svolto nel corso dell’ultimo anno, ma non sappiamo ancora con certezza quanto perderemo”.

Alluvione
Luigi Bosi, agricoltore romagnolo commenta i danni provocati dall’alluvione – Notizie.com

Luigi Bosi ha un’azienda agricola a Bagnacavallo nella provincia di Ravenna, ed è uno dei tanti agricoltori emiliani rimasti colpiti dall’alluvione. “La mia è un’azienda medio-piccoladichiara in esclusiva ai nostri microfoni – che si estende su circa 25 ettari di territorio. Nonostante siamo relativamente piccoli, arriviamo a produrre dai tre ai quattromila quintali di frutta ogni anno. Numeri importanti, che però oggi rappresentano un grande motivo di rimpianto”. La sua azienda, chiamata Orto di Gigi, è tra le più conosciute della zona: “Coltiviamo frutta, verdura, ci dedichiamo ai nostri vigneti. Purtroppo ora la situazione è drammatica. C’è ancora tanto fango liquido e facciamo fatica a toglierlo. Spalare il fango in strada è un conto: appoggi una lama, una ruspa e lo spingi via. Su un terreno agricolo è decisamente più complicato. Intanto non hai un appoggio stabile e poi rischi di portare via anche parti del terreno buono”. 

L’alluvione ha portato già danni ingenti.Quantificarli non è semplice. Ad oggi possiamo valutare i danni  dal punto di vista strutturale, le piante spezzate dall’acqua, gli impianti che sono stati distrutti. Poi ci sono quelli derivati dai mancati raccolti che avremmo dovuto fare ora. Avevamo frutta e verdure che andavano raccolte in queste settimane: penso ad esempio alle fragole”. Luigi però ha un altro cruccio: “Dobbiamo verificare la sopravvivenza delle piante. Attualmente stiamo vedendo dei segnali negativi, che ci fanno essere pessimisti. Le piante assumono ossigeno anche dal terreno. Dal momento che si riempie di acqua, l’ossigeno viene meno. Lo scambio di ossigeno nelle radici non avviene più. Questo manda in sofferenza la pianta, che non riesce a fare le sue funzioni fisiologiche. Stanno morendo centinaia di piante. e naturalmente tutta la frutta che cresce su una pianta che è in sofferenza o già morta, siamo obbligati a buttarla. E’ una perdita enorme”.

“Abbiamo perso almeno un anno di lavoro e introiti”

L’orto di Gigi poco prima dell’alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna – Velvetnews.it

Non tutte le piante reagiscono allo stesso modo: “Alcune mostrano segnali di sofferenza, altre sono già morte, mentre alcune si salveranno. Il problema è che se hai 100 piante e 40 ne muoiono, hai compromesso l’intero impianto. Non sarai mai in grado di fare quello che facevi prima”. Tornando alle perdite, Luigi è netto: “Nella migliore delle ipotesi abbiamo perso un intero anni di lavoro, ma nella peggiore, rischiamo di vedere morire le nostre piante. E ci vorranno anni per tornare ad un minimo di normalità”. Questo tipo di danni, nei campi agricoli è ancora più pesante: “Prendi una fabbrica: c’è l’alluvione che entra e rovina le macchine. Bene, perdi un mese, forse due a eliminare il fango e a cambiare le macchine che si sono rovinate, ma poi riparti. Noi invece perdiamo un anno intero. Pensate al nostro lavoro di semina che si fa ad aprile. Io devo aspettare aprile del 2024 per poter riseminare, perdendo un intero anno di lavoro e di introiti”. 

 

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