Circoncisione femminile, oltre 500mila bambine a rischio: anche in Italia

Sono sempre di più gli attivisti che combattono per fermare questa terribile usanza che non è più un problema solo africano, ma globale

La circoncisione femminile, una pratica antica e cruenta, continua a essere una realtà in alcune regioni del mondo. In particolare, la contea di Samburu in Kenya rappresenta uno dei luoghi dove questa terribile usanza è ancora molto diffusa. Tuttavia, ci sono persone che la stanno combattendo, come Mary Lesintiyo, un’ex tagliatrice che ha deciso di cambiare il suo ruolo nella comunità. Mary, che in passato ha “tagliato” molte ragazze, alcune delle quali erano sue vicine di casa e nipoti, ha raccontato al Corriere della Sera di aver deciso di fermarsi e di non permettere più ad altre ragazze di subire questa atrocità. È diventata un esempio per molte altre donne della contea di Samburu e non solo.

Circoncisione femminile
Bambini africani con i loro genitori (Ansa) – Notizie.com

La storia di Mary è stata raccolta nel progetto Be4We, promosso da Amref, la più grande organizzazione senza fini di lucro in Africa che si occupa di tutela della salute materno-infantile, di formazione sanitaria ed empowerment femminile. Il progetto, sostenuto dall’Unione Europea, è nato nel gennaio del 2020 in Kenya, dove l’uguaglianza di genere è ancora una promessa largamente incompiuta. Le pratiche di mutilazione genitale femminile sono molto diffuse in particolare nelle comunità nomadi di Samburu e Marsabit, nel centro-nord del Paese, dove si è concentrato il progetto. Si stima che entro il 2030 ben 574mila bambine kenioti saranno a rischio di subire mutilazioni.

Un problema non solo africano, ma globale

Per combattere questa pratica, Amref sta lavorando a livello comunitario, coinvolgendo persone chiave come Mary, ma anche anziani, leader religiosi e gruppi di donne giovani già consapevoli della necessità di cambiare. Il processo è lungo, ma i successi sono tangibili. Gli anziani del clan Samburu hanno sottoscritto una dichiarazione di stop alle mutilazioni femminili davanti all’ex presidente Uhuru Kenyatta. Inoltre, ci sono storie di empowerment femminile come quella di Dokatu Konchora, che ha ottenuto un microcredito, ha avviato un’attività di vendita di capre al mercato di Nairobi e ha costruito la sua casa.

Circoncisione femminile
Le bambine africane sono le più soggette a circoncisione (Ansa) – Notizie.com

Negli ultimi tre anni, Amref ha seguito oltre 600 donne, formato operatori sanitari e figure legali sensibili alla violenza di genere, che possono essere un punto di riferimento per le donne che vogliono denunciare i loro maltrattatori. L’organizzazione ha pure lavorato per far sì che le donne abbiano un ruolo attivo in politica. In 20 si sono presentate alle ultime elezioni con lo slogan “Eleggi una donna”. La circoncisione femminile è un problema globale, che riguarda anche l’Europa. In Italia, ad esempio, le donne tra i 15 e i 49 anni sottoposte a mutilazioni sono 87.600. Per questo motivo, Amref lavora anche nel nostro Paese, perché le migrazioni hanno reso le mutilazioni genitali femminili un problema che non riguarda solo le comunità africane.

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