Sudan, c’è l’ok per la tregua: situazione sempre più complessa

Sudan, arriva il definitivo “ok” per la tregua nel Paese. Anche se la situazione diventa sempre più complessa

Chiesta tregua di 72 ore
Sudan (Ansa Foto) Notizie.com

Alla fine si è optato per un cessate il fuoco per tre giorni. 72 ore per consentire ai civili e stranieri di lasciare il Paese senza il rischio di essere colpiti da proiettili o altro. La situazione nel Sudan, da quasi due settimane, non è affatto delle migliori. La battaglia tra le due parti militari continua. Purtroppo il bilancio delle vittime, con il passare dei giorni, aumenta sempre di più. Secondo quanto riportato dai media locali pare che si sia superata quota 600 vittime. Purtroppo si tratta di un dato provvisorio visto che il bilancio potrebbe seriamente aumentare nelle prossime ore. La maggior parte delle persone che hanno perso la vita sono civili. Situazione incontrollabile anche per quanto riguarda la questione dei feriti che continuano ad arrivare ed affollare gli ospedali del Paese.

Come riportato in precedenza, però, è stato trovato un accordo per il “cessate il fuoco” di 72 ore. Mediato direttamente dagli Stati Uniti D’America. Le forze armate sudanesi (SAF) e le forze di supporto rapido (RSF) hanno trovato questo accordo per tre giorni. Non è stato facile avviare dei negoziati, come confermato dal segretario di Stato, Antony Blinken. Già qualche giorno fa avevano provato ad avviare trattative per una tregua, ma erano del tutto fallite. In 72 ore ci saranno corridoi umanitari che consentiranno a cittadini e residenti di lasciare le proprie abitazioni ed il Paese. Questo è quanto comunicato dall’RSF. Mentre la SAF, direttamente dalla pagina Facebook, fanno sapere che rispetteranno questo accordo. A patto che lo facciano anche i rivali.

Sudan, ok alla tregua di 72 ore: situazione fuori controllo

Chiesta tregua di 72 ore
Sudan (Ansa Foto) Notizie.com

Nonostante la tregua, però, la situazione è sempre più incontrollabile. Il rischio che la situazione possa continuare a degenerare c’è eccome. Tra le vittime spunta anche il nome dell’assistente addetto amministrativo presso l’ambasciata del Cairo a Khartoum, ucciso mentre si dirigeva da casa all’ambasciata. Fino a questo momento più di 4.000 persone sono fuggite dal paese durante le evacuazioni di sabato. Da non sottovalutare neanche la questione di acqua, cibo, medicine e carburante che continua a scarseggiare sempre di più. Senza dimenticare i continui blackout elettrici e di Internet.

Il capo della politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha annunciato che più di 1.000 cittadini dell’Ue sono stati portati fuori durante un “fine settimana lungo e intenso”. Basti pensare che nella serata di ieri, poco dopo le ore 19, sono arrivati più di 100 nostri connazionali che sono partiti dal Sudan. Lo ha annunciato la Farnesina. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato anche che alcuni di loro non hanno voluto lasciare il Paese.

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