Cospito, uno spiraglio per lo sconto di pena: per la Consulta incostituzionale non dare attenuanti

La Corte Costituzionale dà più di qualche speranza all’anarchico. I legali: “Ci hanno dato ragione, ma è Nordio che deve intervenire”

E’ costituzionalmente illegittima la norma che vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla aggravante della recidiva nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”. A scriverlo e deciderlo è la Corte costituzionale, che, durante la camera di consiglio mentre esaminava il caso Cospito ha revisionato la questione dalla Corte d’assise d’appello di Torino nell’ambito del procedimento dove l’anarchico è imputato per il reato di strage (articolo 285 cp) in relazione agli ordigni esplosi nel 2006 nei pressi della Scuola allievi carabinieri di Fossano.

La decisione
Un momento durante l’udienza per Cospito (Ansa Notizie.com)

Dopo aver riflettuto è arrivata la decisione direttamente dal Palazzo della Consulta che attraverso una nota fa capire che, in relazione a quel tipo di provvedimento, è “in continuità con i numerosi e conformi precedenti sulla disposizione censurata“: con l’eventuale prevalenza dell’attenuante della ‘lieve entità del fatto’, Cospito potrebbe andare incontro a una condanna compresa tra i 20 e i 24 anni di reclusione e non più all’ergastolo.

“Siamo soddisfatti, ma sul 41/bis è il Ministro che deve intervenire”

L'imputato
Alfredo Cospito durante la detenzione (Ansa Notizie.com)

E’ la decisione della Corte Costituzionale. Una sentenza che sarà depositata nelle prossime settimane, ma dal Palazzo della Consulta, si spiega chiaramente che, il parere della Corte, è sul “carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti. Conseguentemente, il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva“.

Una decisione che sta già facendo discutere parecchio, anche perché apre più di un semplice spiraglio per l’anarchico che adesso spera davvero in una riduzione della pena, almeno non più l’ergastolo. Ma questo con il regime del 41/bis c’entra poco o nulla, ed è lo stesso Flavio Rossi Albertini, il legale di Cospito, a spiegarlo: “E’ una decisone che ci dà speranza e ragione per quello che abbiamo sempre detto, ma resta il fatto che sul 41/bis è sempre e solo il Ministro Nordio che deve decidere cosa fare“. E si tornerebbe al punto di partenza. Ma con un’ulteriore pressione in più.

 

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