Banche, cosa succede in caso di fallimento?

Che cosa succede nel caso in cui la banca in cui abbiano i risparmi dovesse fallire? L’evento seppur raro non può mai essere escluso a priori.

Purtroppo per quanto si tratta di un evento davvero molto raro, non si può mai escludere a priori che una banca possa in qualche modo fallire, una dimostrazione sono i fatti accaduti nelle ultime settimane all’istituto di credito americano Silicon Valley Bank e poi al Credit Suisse.

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Banca. Notizie.com

Quindi la domanda che sorge spontanea e che interessa davvero tutti quanti è la seguente, in che modo i clienti possono tenere a riparo i loro risparmi? Cominciamo subito dicendo che la legge, quella italiana, cosi come riporta il Corriere.it: “Stabilisce che il caso venga seguito da un curatore fallimentare, una figura che ha il compito di provvedere all’amministrazione del patrimonio e compie tutte le operazioni della procedura fallimentare sotto la vigilanza del giudice delegato e del comitato dei creditori. Il suo compito, quindi, è vendere i beni della banca e ripagare i titolari di credito secondo un ordine prioritario stabilito dalla legge. Per farlo, c’è anche la possibilità di attingere anche ai conti correnti dei clienti”.

Capito questo, la cosa importante da tenere a mente è che esistono degli strumenti che sono appunto a disposizione dei clienti e alle quali la banca stessa deve attingere nel caso in cui fallisse e i risparmi delle persone venissero messe a rischio.

Banca, cosa devono fare i clienti in caso di fallimento?

Come detto prima, non è impossibile che una banca possa arrivare al punto di fallire e seppure si tratta di un caso molto raro, l’ipotesi non è mai da escludere a priori e quindi quali sono gli strumenti tramite cui si può davvero correre ai ripari?

Banca, Notizie.com

Il primo strumento è quello del Fondo Interbancario di tutela dei depositi, questo in Italia copra appunto i depositi a risparmio liberi o vincolari, certificati di deposito e assegni circolari fino a un limite massimo di 100 mila euro per ciascun risparmiatore e 200 mila euro nei casi dei conti cointestati.  Ebbene, il rimborso in questione avviene entro 7 giorni lavorativi dal giorno in cui iniziano a rendersi ufficiali i provvedimenti che riguardano la banca stessa.

“È importante, però, sottolineare due aspetti: avendo priorità l’obbligo della banca di risarcire i debiti, è possibile che i clienti subiscano una perdita o debbano attendere più tempo del previsto per indisponibilità di fondi; inoltre, i conti correnti maggiormente a rischio, ovviamente, sono quelli da oltre 100 mila euro, non avendo una copertura garantita per il denaro eccedente (che, quindi, è consigliato spostare presso un altro istituto per non perderlo completamente)” questo quello che si legge su Corriere.it.

Un secondo metodo è quello di tutelare i propri risparmi o cercare di diminuire il più possibile i rischi che possono arrivare dal fallimento di una banca e quindi dividere i propri investimenti e evitare di affidarsi in modo completo ad una banca soltanto.

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