La situazione delle riserve idriche in Italia è critica, in arrivo un decreto per nominare il commissario straordinario e stanziare 10 miliardi

Il capitolo siccità si fa sempre più allarmante. I dati provenienti dai bacini idrici del centro- nord sono preoccupanti. A rischio per Coldiretti 6 miliardi di euro per danni alla produzione agricola nei prossimi mesi. Intanto Salvini riunisce i leghisti e di concerto con il ministro Lollobrigida è pronto a varare il decreto salva produzione.

Entro martedì dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri il dossier figlio del lavoro di raccordo tra i due ministeri. Mentre si svolgeva una riunione tecnica tra gli addetti del ministero dell’agricoltura e del made in Italy presieduto dal ministro Lollobrigida, anche Salvini, vicepremier e responsabile del Mit si incontrava con i suoi tecnici martedì scorso. Dalle due riunioni emerge un’emergenza senza precedenti ed il conseguente obbligo di agire il prima possibile. Il decreto auspicato nominerà un commissario che potrebbe essere anche lo stesso Salvini, già spesosi in prima persona nel corso delle ultime ore. Sul piatto per ora rimane il problema fondi, sarebbero 5 i miliardi disponibili a fronte dei 10 miliardi ritenuti necessari per agire.

Siccità, in arrivo il piano per l’emergenza

La questione sembra appunto riguardare la provvista finanziaria, ferma per ora a 5 miliardi, mentre Coldiretti stima in 6 i miliardi di danni se non si intervenisse, solo per il 2023. L’invito è quello di prendere i fondi da quelli destinati nel Pnrr per arrivare alla auspicata quota dei 10 miliardi di euro, tenendo in considerazione però che la mancanza di acqua riguarda principalmente il nord e alcune zone del centro. Il programma seguirà un iter ben preciso, prima fra tutti la nomina di un commissario straordinario con poteri fino al 31 dicembre pronto ad essere rinnovato.

Per la candidatura non si tira indietro Salvini che rilancia un appello a tutti gli italiani sull’importanza dell’acqua, da considerare come oro in questo momento. Scongiurato il rischio razionamenti si provvederà ad intervenire diversificando zona per zona. L’obbiettivo è quello di farlo prima del periodo di emergenza massima che ci sarà nei mesi estivi, soprattutto nelle zone più a rischio: la Valtellina, il Po, l’Agro pontino, l’Adige. Per fare tutto ciò rilancia il vicepremier “c’è bisogno di investimenti, bisogna aprire cantieri e assumere personale. Anche sul piano della retribuzione stiamo cercando di riformare un pool di tecnici ingeneri specializzati, ma per farlo bisogna pagarli dipiù.