Auto benzina e diesel, attenzione Italia: c’è chi fa il ‘doppio gioco’

Auto benzina e diesel, attenzione Italia: c’è chi sta optando per il ‘doppio gioco’. Tutto quello che serve sapere

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Auto (Ansa Foto) Notizie.com

Pensare che meno di due settimane fa, in quel di Strasburgo, l’Italia era uscita soddisfatta sullo stop alle auto a benzina e diesel previste per il 2035. Tanto è vero che erano presenti i ministri dei Trasporti di otto Paesi. Stiamo parlando di: Italia, Germania, Polonia e Bulgaria,  Ungheria, Slovacchia, Romania e Portogallo. Guai, però, a parlare di vittoria. Motivo? Tra gli otto citati in precedenza c’è almeno un intruso. Un Paese che fa il doppio gioco. Di chi stiamo parlando? Della Germania. Anche se, a dire il vero, non si tratta affatto di una novità che stessero trattando con la Commissione.

In particolar modo dalle parole rilasciate dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Per chi non lo sapesse quest’ultimo, al Consiglio Europeo, aveva affermato che l’accordo Ue sulle richieste di Berlino c’è. Quelle che riguardano deroghe agli e fuel. Su questo il paese ha investito molto. Non è un mistero che le aziende automobilistiche stiano iniziando a convertire la loro produzione. Sì i motori a scoppio, ma ecologici. Vi starete chiedendo dove sia il problema a tutto questo. Ed a dire il vero il problema c’è eccome: una possibile apertura agli e-fuel. Lo stesso che è prevista dal pacchetto originario della rivoluzione green (il Fit for 55), quella ai bio-fuel no.

Auto benzina e diesel, Italia “preoccupata” dalla Germania: cosa fa Berlino?

Meloni e Scholz
Meloni e Scholz (Ansa Foto) Notizie.com

A spiegarlo ci ha pensato direttamente il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans. Queste le sue parole sullo stop ai motori termini per il 2035: “Stiamo parlando nell’ambito dell’accordo. Non stiamo allargando il quadro dell’accordo. Tutto quello che stiamo facendo è essere più espliciti su quale sia il significato del considerando sugli e-fuel. Qualsiasi altra cosa aprirebbe l’intero accordo. Non è di questo che si parla”. Per la Germani non ci sarebbero problemi. Per l’Italia sì. Varrebbe a dire ripartire completamente da zero.

A dire il vero questa soluzione non piace ad un bel po’ di loro. In primis la Francia e poi nemmeno alla numero uno del Parlamento, Ursula von der Leyen. Non solo: anche dalla presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola. In merito a tutto questo la premier Giorgia Meloni non se ne starà assolutamente con le mani in mano e continuerà a combattere. Da Bruxelles (dopo il Consiglio Europeo) ha fatto sapere che questo accordo non gioverebbe affatto al nostro Paese e che il governo farà ribadire la propria ragione in tutte le sedi se necessario.

 

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