Rivoluzione a Hollywood, via libera ai film scritti dall’intelligenza artificiale!

E’ arrivato quel momento che molti appassionati della settima arte temevano. Hollywood ha definitivamente aperto alla possibilità di scrivere i film sfruttando l’intelligenza artificiale.

Da qualche mese, il mondo dell’intelligenza artificiale è stato reso a tutti gli effetti accessibile ai più, grazie alla diffusione in rete dell’ormai celebre ChatGPT. Ora, tale tecnologia sembrerebbe essere definitivamente sbarcata anche nella mastodontica industria del cinema.

Il chatbot, sviluppato dall’azienda OpenAI, in realtà, ha “banalmente” distribuito in grande scala l’opportunità di interagire con un’intelligenza artificiale realmente evoluta, a differenza delle limitate possibilità offerte da interlocutori artificiali come Siri di Apple o l’assistente vocale di Google.

La rivoluzione è già avvenuta?

Le infinite vie percorribili attraverso il dialogo con ChatGPT sono state immediatamente esplorate dagli utenti, nel tentativo di sfruttarne la bontà dell’interazione, per facilitare operazioni lavorative tediose e ripetitive. Tuttavia, le potenzialità scovate dai milioni di utenti accumulati, non si sono limitate a far produrre a ChatGPT qualche noiosa e-mail da inoltrare a decine di indirizzi, ma sono state individuate in pochissime ore delle feature semplicemente rivoluzionarie: l’intelligenza artificiale è stata capace di generare business plan, routine di allenamento, codici informatici per siti internet e altre centinaia di operazioni al limite della fantascienza. Tra queste, vi è anche la stesura di sceneggiature e soggetti cinematografici e, negli Stati Uniti, sembrano essersi già posti la questione. Difatti il WGA (il più importante conglomerato di sindacati per sceneggiatori attivi negli USA) ha recentemente comunicato che sarà pienamente consentito l’utilizzo di intelligenze artificiali per la stesura di sceneggiature e, soprattutto, non sarà necessario specificare nei credit di aver usufruito di tale strumento.

L’associazione, infatti, pare considerare il chatbot come un semplice strumento a cui l’autore dello script può serenamente declinare alcuni compiti, anche prettamente creativi, senza l’obbligo di condividere il risultato con l’azienda produttrice dell’intelligenza artificiale in questione. Di conseguenza, a meno di sceneggiature interamente generate da AI (operazione finora impossibile), queste verranno probabilmente impiegate attivamente senza che il pubblico possa accorgersene. Il comunicato del WGA, in realtà, non ci stupisce affatto, poiché sarebbe stato sostanzialmente impossibile limitare l’utilizzo di tale tecnologia, proprio a causa della sua squisita accessibilità. Affermare se questa autentica rivoluzione dell’arte cinematografica sia positiva o meno ci pare alquanto presuntuoso e aleatorio, ma è altrettanto evidente che, volenti o nolenti, gli spettatori dovranno convivere con la costante sensazione di non essere consapevoli del reale autore delle storie che li commuoveranno. 

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