Steven Spielberg sull’intelligenza artificiale: “Sono terrorizzato!”

ChatGPT e futuri strumenti di intelligenza artificiale stanno causando più di una preoccupazione tra i creativi, tra i quali spicca Steven Spielberg.

Ormai lo abbiamo capito, l’intelligenza artificiale è perfettamente in grado di generare forme d’arte partendo da spunti preesistenti forniti dall’uomo e ciò, indubbiamente, sta iniziando a preoccupare molti di noi.

Steven Spielberg, Notizie.com

Tra i più impauriti c’è sicuramente Steven Spielberg che, intervistato dal canale YouTube Late Show, ha confessato di trovare piuttosto inquietante un mondo in cui delle macchine prive di anima riescano a sostituire l’estro artistico degli esseri umani.

Il futuro dell’arte è in mano ai robot?

Queste le affermazioni di uno Spielberg realmente preoccupato: “Amo qualsiasi cosa creata non da un computer, ma da un essere umano. Quando una persona usa delle strumentazioni digitali per dare forma a qualcosa, per esprimersi e fare qualcosa è fantastico. Con le intelligenze artificiali metti dei riferimenti e criteri per la creazione di qualcosa che viene poi fatta per sembrare qualcosa ideato da una persona, mentre invece è una imitazione generata da una IA. Fondamentalmente stai prendendo qualcosa che hai creato e fatto – parlo del computer – e stai fornendo al computer un’autonomia che si pone sopra al tuo punto di vista e anche a te stesso come persona umana. L’anima è qualcosa d’inimmaginabile e ineffabile. Non può essere creata da un algoritmo. È qualcosa che esiste in ognuno di noi. Dovremmo perdere tutto questo lasciando che i libri, i film e le musiche vengano realizzati da un’intelligenza artificiale? Questa cosa mi terrorizza”.

A.I. – Intelligenza artificiale (2001) di Steven Spielberg, Notizie.com

Si potrebbe facilmente controbattere al leggendario regista de Lo Squalo (1975) che, di fatto, anche gli stessi esseri umani creano arte partendo da diversi stimoli e spunti esterni. Soprattutto nel campo cinematografico vi è spessissimo la tendenza a generare prodotti esclusivamente in virtù del mercato, più che della propria anima. In effetti, sarebbe interessante sottoporre il caro vecchio Steven ad un test, in cui gli vengono sottoposti due diversi soggetti cinematografici, uno scritto da un essere umano e l’altro da un’intelligenza artificiale. Probabilmente sarebbe piuttosto complesso distinguere l’operato umano da quello artificiale e, a quel punto, potrebbero decadere molte delle sicurezze di Spielberg sull’importanza dell’anima. Al di là di queste simpatiche ipotesi, è scontato evidenziare quanto gli spettatori siano ancora legati alla genesi umana dei film proposti sul grande schermo, anche se, in realtà, sarebbe curioso osservare la reazione del pubblico davanti al primo film scritto completamente da un’intelligenza artificiale. 

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