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Politica

Fini: “La mia legge è vecchia e va cambiata”

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Daniele Magliocchetti

L ‘ex segretario di Alleanza Nazionale è d’accordo con Mantovano nel modificare la sua vecchia legge sull’immigrazione ancora in vigore

Il situazione legata ai migranti è sempre in evoluzione continua, anche perché pensare che la questione sia chiusa con il decreto approvato a Cutro è sbagliato e quasi anacronistico pensarlo. Perfino il presidente del Consiglio Europeo Michel replica in questo modo: «Entro la fine della legislatura serve un nuovo patto sulle migrazioni». Il nuovo decreto, quello che dà ampia manovrabilità nella caccia agli scafisti, è stato firmato dopo una lunga trattativa anche col presidente Mattarella. Insomma, da rivedere ci sono ancora diverse cose e situazioni. Un partito della coalizione come la Lega, da sempre pressante sui migranti, non è che abbia visto bene l’ammorbidimento del decreto prima di andare in Gazzetta Ufficiale. Senza dimenticare che in ballo c’è anche l’idea di cambiare la legge Bossi-Fini.

L’ex segretario di An Gianfranco Fini (Ansa Notizie.com)

Una legge che fa ancora discutere, ma anche questa ormai è vecchia almeno secondo il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano il quale al quotidiano La Stampa la definiva «una legge-arlecchino». Ed è proprio su questo che è intervenuto Gianfranco Fini, co-autore di quella legge: «È in vigore da vent’anni: va cambiata perché è mutata l’origine del fenomeno migratorio. Oggi ha dimensioni globali ed è sempre più correlato al dovere morale, oltre che al diritto internazionale, di garantire diritto di asilo a chi fugge da guerre, rischi di genocidio, catastrofi naturali, violazioni di massa dei diritti fondamentali dell’uomo».

Sul modificare la legge Bossi-Fini la Lega dice: “Aggiornare non diventi allegerire”

L’ex segretario di An Gianfranco Fini con il vice-premier Tajani (Ansa Notizie.com)

Sul modificare la legge Bossi-Fini, la Lega non è che sia molto propensa. Il segretario Matteo Salvini preferisce non dire nulla al momento sull’argomento. Uno dei pochi a farlo è il deputato leghista Igor Iezzi, capogruppo nella commissione Affari costituzionali, che sulla questione apre con queste parole: «Non siamo contrari per principio a un aggiornamento», ma con altrettanta schiettezza chiarisce che «l’importante è che la modifica non alleggerisca la legge».

Un messaggio inequivocabile: va bene se ne può parlare, ma non certo come dice Fini. Quest’ultimo la vorrebbe quasi cancellare anche perché, a suo dire, è diventata vecchia e quasi obsoleta. Uno dei nodi del contendere è la cosiddetta “protezione speciale”, la categoria di persone che non possono essere espulse, pur non rientrando compresi nel diritto d’asilo. L’irrigidimento, se così si può definire, da parte del Quirinale era nato proprio sul fatto che sul nuovo decreto questo principio non compariva affatto. Il dialogo, poi, ha rasserenato e dato l’accelerazione che serviva, ma sulla modifica o meno della Bossi-Fini si rischia lo scontro.