Clubhouse, la nota app scomparsa nel nulla: vediamo che fine ha fatto

Quanti di voi si ricordano di Clubhouse? La nota app per un periodo aveva davvero spopolato: ma adesso che fine ha fatto.

Parliamoci chiaro, fino a qualche tempo fa l’applicazione Clubhouse era una delle più utilizzate eppure da quel momento sembra davvero essere passata una vita intera: per chi non lo ricordasse stiamo parlando dell’app che permetteva di organizzare eventi in diretta audio e nel Giugno 2021 ha raggiunto il suo maggiore picco.

Clubhouse,
Clubhouse, foto fonte web, Notizie.com

Eppure inseguito le cose sono cambiate in modo esponenziale, stando ai dati che sono stati resi noti dall’Agi.it e nello specifico dall’analista di SensorTower Abe Yousef, nello scorso anno le installazioni dell’app sono diminuite dell’83% su scala globale e addirittura del 95% in Italia rispetto al 2021. 

Ma non è tutto, rispetto anche al passato gli utenti mensili sono calati ancora di più, ad averlo confermato è stato anche il Garante della privacy che ha ammesso: “Scarsa trasparenza sull’uso dei dati degli utenti e dei loro ‘amici’; possibilità per gli utenti di memorizzare e condividere gli audio senza consenso delle persone registrate; profilazione e condivisione delle informazioni sugli account senza l’individuazione di una corretta base giuridica; tempi indefiniti di conservazione delle registrazioni effettuate dal social per contrastare eventuali abusi”.

Clubhouse, che cosa non ha funzionato?

Quindi per capirci, la nota app che fino ad un certo momento sembrava essere diventata indispensabile, ha smesso di essere utilizzata dai vari utenti con la stessa velocità in cui è arrivata, ma quali sono stati i fattori che hanno pesato in modo maggiore?

Clubhouse, foto fonte web. Notizie.com

Secondo quanto riporta Agi.it, tanto per cominciare: i ritardi, l’app è stata a lungo disponibile solo per iOS, cioè solo per chi aveva un iPhone, mentre nella versione per Android è arrivata solo a Maggio del 2021 e per il web solo a Gennaio del 2022 e poi altro particolare di cui tenere conto anche la poca chiarezza sul modo in cui i contenuti potevano monetizzare.

“La società che al momento del boom aveva appena otto dipendenti non era pronta a gestire una crescita così rapida. Comprensibili”. Insomma davvero una occasione persa e che al momento è difficile da recuperare considerando anche il fatto che negli anni anche il mondo dei social è nettamente cambiato, oggi non basta più essere i primi e infatti le indicazioni che rendeva disponibile Clubhouse, ormai sono rese possibili anche  Twitter Spaces a Facebook Live Audio Rooms, da LinkedIn a Spotify Live: “L’ampia concorrenza ha schiacciato l’app”, conferma Abe Yousef.

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