Charlize Theron ha dichiarato di aver diametralmente cambiato opinione sui cinecomic Marvel e ora è pronta a prenderne parte seriamente.
Nel corso degli ultimi anni – a partire dalle scoppiettanti dichiarazioni di Martin Scorsese – si sono delineate due fazioni all’interno dello star system hollywoodiano. Oggetto della diatriba culturale? I cinecomic – in particolare quelli Marvel – che da una parte sono considerati paragonabili ad una qualunque altra espressione artistica e dall’altra vengono trattati come un semplice prodotto del capitalismo, utile soltanto a colmare una richiesta del mercato dell’audiovisivo.
Attori, registi, sceneggiatori e altri professionisti del settore si sono espressi, generando indirettamente una spaccatura all’interno dell’industria e, in molti casi, chiudendo alla possibilità di lavorare a questi progetti.
Charlize Theron cambia idea sui cinecomic
Fino ad adesso, tuttavia, non era mai capitato che uno degli esponenti di tale diatriba cambiasse fazione, ma è proprio ciò che è accaduto a Charlize Theron: “Ero ignorante, non conoscevo abbastanza bene quei film fin quando delle persone che considero la mia famiglia non mi hanno costretto. Sono dei fan accaniti della Marvel e all’inizio li prendevo in giro, del tipo: ‘Oddio, quanto cazz* siete nerd’.Così una volta durante le vacanze di primavera abbiamo affittato una casa, mentre i ragazzi erano in campeggio, e mi hanno detto: ‘Adesso ti siedi e li guardi, cazz*’. Così ci siamo visti tutti i film e ho detto: ‘Oddio, quanto caz*o sono belli’. Poi anche i ragazzi hanno cominciato a vederli ed è stato splendido”.
La splendida attrice sudafricana ha talmente tanto rivisto la propria posizione in merito alle produzioni Marvel, da esserci entrata dentro in Doctor Strange il Multiverso della follia, in cui ha interpretato il personaggio di Clea: “Clea ha una storia ben strutturata raccontata nel corso di decenni, e la cosa mi intriga. Come si rivisita un personaggio simile? Sono elettrizzata, ma in tutta onestà non so che ca*zo faranno in futuro”.
