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Economia

Caro-bollette colpisce anche lo smart working: che mazzata per i lavoratori

Published by
Cristiano

Il ‘Caro bollette’ colpisce anche il mondo dello ‘smart working’. Una vera e propria mazzata per i lavoratori su quello che dovranno pagare in bolletta

Smart working (Ansa Foto)

Chi lo avrebbe mai detto: adesso lavorare a casa in modalità ‘smart working‘ potrebbe essere non più conveniente come più di due anni fa. All’epoca, l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per frenare il contagio da Covid, aveva imposto questa convenienza. Se una cosa si può fare direttamente da casa perché andare a lavoro? Una idea che è piaciuta e non poco alle persone che hanno visto ridurre le loro spese. Adesso, però, tutto è cambiato.

Ed il motivo è sotto gli occhi di tutti e soprattutto per il fatto che lo stiamo vivendo sulla propria pelle. Il ‘caro bollette‘ colpisce anche questo tipo di lavoratori. Come riportato in precedenza: una vera e propria ‘mazzata’ per le loro tasche. L’aumento vertiginoso da parte delle bollette, purtroppo, è l’argomento di questi mesi. Sono state fatte delle ricerche in merito a ciò ed arrivano direttamente dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano. Il tutto durante il convegno “Smart Working: Il lavoro del futuro al bivio“.

Caro bollette, lo ‘smart working’ rimane sempre conveniente

Smart working (Ansa Foto)

Un esempio su tutti? Una persona che lavora due giorni a settimana può pagare ben 400 euro l’anno. Anche se, a quanto pare, fa comunque risparmiare e quindi in un certo senso conviene. Altro studio: due giorni alla settimana di lavoro da remoto, i lavoratori mettono da parte in media circa 1.000 euro all’anno per effetto della diminuzione dei costi di trasporto. Con l’aumento dei costi dei consumi domestici di luce e gas, il risparmio si riduce a una media di 600 euro l’anno.

Le aziende, alla fin dei conti, vanno sempre a risparmiare. Di quanto? Quasi 500 euro l’anno per ciascuna postazione. Se si considera la riduzione degli spazi del 30% allora si può arrivare anche a 2.500 euro l’anno a lavoratore. Una buona notizia anche per quanto riguarda l’ambiente visto che le emissioni vengono ridotte di quasi 450 chilogrammi annui a persona. Il tutto grazie a tre fattori fondamentali: la riduzione degli spostamenti, le emissioni risparmiate nelle sedi delle organizzazioni che hanno introdotto e le emissioni addizionali dovute al lavoro dalla propria abitazione