Mourinho gela i tifosi: un “addio” inaspettato

Nel giorno della festa della Federcalcio portoghese dove ci sono state tante stelle come Ronaldo, lo Special One fa una rivelazione

Mai banale anzi, fin troppo sincero e schietto. A volte un po’ troppo, esagerando non poco con gli arbitri ad esempio, altre sembra perfino dolce, come quando racconta di essersi svegliato con la foto della sua presentazione al Benfica ventidue anni fa. Lui è José Mourinho, amato e odiato, che ieri era in Portgallo per ricevere un premio per i suoi ventidue anni di carriera. E in questa circostanza non ha perso occasione non solo per ricordare il passato, ma anche per parlare di futuro.

Il tecnico
Il tecnico della Roma José Mourinho mentre inveisce con l’arbitro (Ansa)

E così, lo Special One, si lascia andare ad alcune riflessioni della stagione attuale, ma anche di quello che potrà avvenire in futuro, soprattutto alla Roma. “Oggi, che festeggio 22 anni da allenatore – ha detto il tecnico durante la premiazione e mentre era sul palco -, l’espulsione non è una novità per me, forse rispecchia il mio modo di essere. Non voglio che questo cambi. La scorsa stagione abbiamo fatto quello che nessuno si aspettava, quest’anno cercheremo di fare meglio. Non abbiamo lo stesso potenziale economico dei nostri rivali, abbiamo fatto un mercato da sette milioni di euro, ma abbiamo qualità, passione, tanto di persone a cui piace lavorare insieme, che è una cosa importante, e poi a fine stagione vedremo quello che succederà e si valuterà tutto…”

Un ricordo dolce di Mou e un gesto che spiazza

L'allenatore
Il tecnico della Roma José Mourinho prima di salire sul palco dei Golden Quinas Gala (foto Instagram-Record)

Parole che restano lì, nell’aria e che fanno riflettere. Sta bene nella capitale, sembra essersi ambientato alla grande, anche e soprattutto per le proteste e il grande seguito dei tifosi della Roma che per lui andrebbero da qualsiasi parte. Ma non tutto è infinito. E sui suoi ventidue anni di carriera, José spiega: “Sono passati velocemente, ma voglio continuare. Mi sento bene, mi sento forte, motivato, mi piace vincere, odio perdere, non è cambiato nulla. Il colore dei capelli, sì, anche le rughe, ma sono pronto a continuare. Non per altri 22 anni, che non c’è tempo, ma per qualche anno in più”

Infine un ricordo dolce e un gesto che ha spiazzato la platea: “Ho dato un bacio a Hélder (Postiga suo ex giocatore nel Porto dei record ndr), che è il modo per baciare tutti i miei giocatori che hanno vinto la competizione. Anche se molti di questi ragazzi hanno ormai i capelli grigi, ti ho baciato per baciare tutti (ha detto rivolgendosi al calciatore). Mi sono svegliato oggi con la notizia che ho ho fatto 22 anni dal primo giorno da allenatore. Mi sono svegliato con una foto che mi hanno mandato quando sono stato presentato al Benfica. 22 anni dopo, mi piace ancora allenarmi allo stesso modo, giocare allo stesso modo, vincere, odiare perdere, continuo a essere espulso allo stesso modo… Nulla è cambiato. Finché le persone a casa continueranno a volermi vedere lontano da casa, andrò avanti per molti altri anni“.

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