“Conte ha toccato il fondo, sta perdendo il controllo”: l’attacco al leader 5S

La metamorfosi di Giuseppe Conte da “avvocato del popolo” a “papà del reddito di cittadinanza” non va giù al quotidiano Libero che lo attacca duramente. 

conte
(Ansa)

“Conte senza pudore: per racimolare voti usa perfino i bambini”. Così titolava oggi il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti un reportage in cui si afferma che il leader del Movimento 5 Stelle sarebbe ormai politicamente “disperato”. 

Il giornalista infatti porta a sostegno della sua tesi il fatto che, “pur di ottenere qualche consenso in più in vista del voto del 25 settembre, il leader dei Cinque Stelle usa anche i bambini per la campagna elettorale”. A cosa si riferisce quindi l’autore dell’articolo? A un momento particolare in cui sulla pagina Facebook di Conte appare un video in cui pone un microfono a una bambina durante un comizio elettorale.

Il siparietto di Conte duramente attaccato da Libero

La seconda, a dire del giornalista “visibilmente imbarazzata”, afferma una frase del tipo: “Mi dispiace di essere così piccola da non poterti votare, altrimenti l’avrei fatto”. “Un siparietto” che il quotidiano di centrodestra descrive come “quasi da Corea del Nord, dove i bimbi hanno un ruolo importante nella propaganda del regime di Kim Jong Un”.

A questo punto infatti Conte attacca Salvini e la Meloni sostenendo che vorrebbero reintrodurre “l’addestramento militare a scuola” e i poligoni da tiro, e chiede alla bimba se preferisce avere migliori attrezzature informatiche o i poligoni da tiro. Dopo la risposta ovvia della bimba, l’avvocato Conte arringa i presenti: “Ecco, lasciamo parlare i bimbi”. 

Così “l’ex premier ha davvero toccato il fondo”, scrive Libero, spiegando che “nelle sue ultime uscire Conte sta davvero perdendo il controllo della sua comunicazione”. Tanto che in un video girato a Palermo, si vede l’ex premier pentastellato accolto da una folla festante intenta a sventolare nientemeno che le card del reddito di cittadinanza. Momento in cui gli viene dato il nome di “papà del reddito di cittadinanza”.

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