Elezioni, politica nel pallone: i laziali non dimenticano le offese di Calenda

La campagna elettorale va avanti senza sosta e con sempre più polemiche, ma adesso parte la Serie A e le analogie non mancano

Calcio mercato e campagna elettorale, quasi quasi si assomigliano. Anzi, a osservare bene le dichiarazioni e i movimenti che ci sono tra una squadra e l’altra oppure tra un partito e l’altro, sembrano simili, se non proprio uguali. Meloni in rampa di lancio come l’Inter di Inzaghi e la Roma di Mourinho, il cammino lento di Letta che sembra tanto quello della Juve di Allegri, ovvero di un recente passato glorioso ma che appare sempre più sbiadito oppure quel Carlo Calenda che rompe con tutti e insulta tutti. E ne sanno qualcosa i tifosi laziali che lui ha sempre nel mirino, menando e insultando per poi fare subito dietronfront improvvisi per comodità e opportunità. Ma è una strategia che non sembra pagare tanto, almeno poi quando si va a votare come è stato per il Campidoglio un anno fa circa. Ma tutto resta nella testa dei tifosi biancocelesti, nonostante il Churchill dei Parioli abbia cancellato diversi tweet su quell’argomento.

Letta e Meloni
Enrico Letta e Giorgia Meloni sembrano quasi competere come le squadre di calcio (foto Ansa)

Perché in questa strana estate italiana di campagne acquisti e campagne elettorali, scrive Il Messaggero, di un via vai tra liste e squadre che nemmeno sull’autostrada del Sole in un weekend da bollino nero, sotto agli ombrelloni capita di sentire discorsi che si mescolano. Le tre punte del centrodestra e le convergenze parallele tra Spalletti e De Laurentiis, il campo largo dei Friedkin che mettono a disposizione di Mourinho di fatto due squadre e le marcature a uomo tra avversari. Di sicuro, non ci eravamo mai ritrovati nell’assurdo di pensare, proprio alla vigilia dell’inizio del campionato: “Ma lo scudetto delle elezioni, il 25 settembre, chi lo vince?“.

Meloni in grande ascesa e super favorita, Letta staccato e Calenda alle prese con la vendetta dei laziali

il tweet
Uno dei pochi tweet offensivi sulla Lazio che Calenda non è riuscito a cancellare (Twitter)

Non per tornare sulle polemiche calcistiche sul suo presunto passato laziale, ricorda Il Messaggero, ma se c’è qualcuno sulla scena politica che sembra la Roma dei Friedkin è proprio la giallorossa Giorgia Meloni. anche se per qualità e quantità di rosa a disposizione, soprattutto col rientro di Lukaku (qualuno se l’è già dimenticato ndr) l’Inter di Inzaghi sembra più calzante, ma tant’é. Non ce ne abbia a male, invece, il segretario dem (tifosissimo del Milan) ma in questa campagna elettorale il suo Pd sembra più la Juventus. Squadra di grande blasone, che prova comunque a vincere ma che sembra costretta a rincorrere. Anche qui non sembri un affronto ma il Salvini che punta al Viminale e che se la gioca con Giorgia Meloni per la leadership del centrodestra, più che ai suoi amati rossoneri, secondo Il Messaggero, somiglia all’Inter, anche se, ribadiamolo i nerazzurri hanno riportato Lukaku e preso a zero Mkhitaryan, mantenendo tutti gli altri ad eccezione di Sanchez che in appena due anni ha racimolato una decina di presenze.

E i Cinquestelle? Come cantava la Curva B del San Paolo un giorno all’improvviso, mi innamorai di te…. E così successe all’Italia, che nel 2018 aveva votato in massa i grillini portandoli quasi allo scudetto della politica: sogni, speranze, ambizioni, successi. Poi i problemi e, soprattutto, gli addii, nel Napoli e in M5S: Insigne e Di Maio, Koulibaly e D’Incà, Mertens e Spadafora (gli ultimi due accostamenti forse un po’ troppo generosi considerando e raffrontando l’importanza dei giocatori e quella dei due politici). Poi il Lotito bifronte ha i volti di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Attaccati, criticati, divisivi, con lo storytelling del “moralizzatore” dal calcio alla politica e una certa propensione alle metafore dell’antica Roma. Tra i due, uno tifa Fiorentina e l’altro la Roma, c’è uno che ha un conto da saldare da anni con i tifosi della Lazio. E’ Carlo Calenda che con tutti i suoi tweet contro la squadra si è fatto odiare e insultare da un intero popolo. Tanti di quesi tweet sono stati rimossi, ma la gente non dimentica e il buon Calenda ne avrà prova e dimostrazione il 25 settembre. Ancora una volta.

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