42mo anniversario strage di Bologna, la città non dimentica e chiede verità

Quarantaduesimo anniversario della strage alla stazione di Bologna dove morirono 85 persone innocenti e il ferimento di altre 200. Una vicenda che mai è stata dimenticata. Giustizia e verità, per molti, ancora non sono state trovate

Anniversario strage Bologna
42mo anniversario strage Bologna (Ansa Foto)

2 agosto 1980. L’orologio rimane fermo alle ore 10:25. Da quel momento in poi nulla è più come prima. Sono passati esattamente 42 anni dalla strage della stazione di Bologna quando una bomba fu fatta esplodere e si portò via 85 persone, pronti a partire per le vacanze, per lavoro, per andare a trovare un familiare. Non arrivarono mai a destinazione. 200 coloro che rimasero feriti. A distanza di tutto questo tempo, però, i familiari delle vittime sono alla ricerca ancora della verità e soprattutto della giustizia nei confronti dei loro cari che non ci sono più. Ogni anno, come sempre, la commemorazione da parte dei familiari che non li dimenticano e mai potranno farlo.

Era un sabato mattina di piena estate. Faceva molto caldo. La gente era pronta per prendere il treno e recarsi nel luogo di villeggiatura. Vacanze tanto attese dopo mesi di lavoro e sacrifici. Sembrava un giorno come tutti gli altri, ma non è stato affatto così. A far saltare tutto in aria (purtroppo nel vero senso della parola) una bomba composta da 23 chilogrammi di esplosivo. Un intero edificio lungo 50 metri crollò. Tanto e vero che l’onda d’urto investì il treno Ancona-Chiasso fermo sul primo binario e distrusse il parcheggio dei taxi davanti alla stazione. In quel momento tutta l’Italia si fermò, tutto il mondo si fermò: non potrebbe essere altrimenti.

42mo anniversario strage Bologna, si chiede giustizia e verità

Anniversario strage Bologna
42mo anniversario strage Bologna (Ansa Foto)

Fu considerato il più grave attentato terroristico che è stato commesso nel nostro paese. La vittima più piccola aveva solamente 3 anni: si chiamava Angela Fresu e mai avrebbe pensato che la sua vita sarebbe finita, per sempre, sotto le macerie. Quella più anziana, invece, Antonio Montanari che di anni ne aveva 86. 42 anni esatti da quella tragedia e la città di Bologna non dimentica affatto. Così come i parenti delle vittime che sono ancora alla ricerca della verità. Proprio come lo striscione che apre, ogni anno, la cerimonia per ricordare le 85 povere anime che non sono più tra noi.

Passato alla storia anche l’autobus di ‘linea 37‘ in via Indipendenza. Quel giorno non venne utilizzato per fare il suo solito giro, ma per trasportare feriti in ospedale e soprattutto corpi senza vita con dei lenzuoli bianchi tanto da diventare una immagine simbolo di quella giornata. Le immagini trasmesse in televisione vengono ancora ricordate nella mente di chi, in quel momento, è rimasto sotto shock da quello che arrivava direttamente dall’Emilia Romagna.

Come riportato in precedenza, però, a distanza di 42 anni la gente continua a chiedere la verità di quella strage. In un primo momento si era ipotizzato dello scoppio di una caldaia, ma questa ipotesi non regge a lungo. In quel momento Bologna si riempie di vigili del fuoco, carabinieri, poliziotti, gente del posto che a mani nude scavavano con la speranza di poter trovare qualche superstite. Poi le piste di un attentato, dei palestinesi, della collusione dei servizi segreti deviati. Infinte la condanna dei “neri” Mambro Fioravanti, Ciavardini e Cavallini. Ma loro hanno sempre negato il proprio coinvolgimento. E sono molte le cose che non tornano.

Una delle più grandi stragi del dopoguerra che si verificarono nel nostro paese con ancora molti punti oscuri da chiarire. Un angosciato e commosso Sandro Pertini arrivò sul posto e rimase letteralmente senza parole. Da quel momento la città romagnola chiede risposte che ancora non arrivano.

 

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