Scritte contro Paparelli, la vergogna continua. Il figlio: “Ora basta”

Nel quartiere Centocelle l’ennesima scritta che infanga la memoria di Vincenzo Paparelli. Il figlio Gabriele: “Per noi non c’è mai pace”

Ancora una scritta, l’ennesima, contro Vincenzo Paparelli. Un continuo di provocazioni, insulti e slogan vergognosi che oltraggiano il ricordo del tifoso biancoceleste, ucciso allo stadio Olimpico da un razzo lanciato dalla curva sud prima di un derby. Un omicidio efferato, che negli anni è stato vergognosamente ricordato dalla parte più becera del tifo giallorosso con continui riferimenti. Che hanno portato la famiglia di Paparelli, la tifoseria laziale, ma anche una stragrande maggioranza  della società civile, a scandalizzarsi di fronte agli ennesimi riferimenti di cattivo gusto.

L’ultimo esempio è stato registrato questa mattina nel quartiere Centocelle: su una serranda di un negozio è apparsa la scritta: “Parli di Durazzo, ma occhio al prossimo razzo”, in risposta ad uno striscione ironico dei tifosi laziali che avevano preso in giro i cugini costretti a dormire a Durazzo prima della finale di Conference League. “Non ce la faccio più – dichiara ai nostri microfoni Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzoogni volta che c’è un’evento, diventa l’occasione per tirare in ballo mio padre. La Lazio vince un trofeo? Esce fuori una scritta contro di lui; lo vince la Roma, accade lo stesso. Adesso basta. E’ diventata una cosa insopportabile”.

Gabriele ricostruisce gli eventi di questa mattinata. “Mi ha chiamato un ragazzo, disperato, dicendomi che non ce la faceva più. Mi ha mandato la foto della scritta. Io non capivo il nesso, onestamente. Poi attraverso i social ho ricostruito tutto. Ma cosa c’entra mio padre in tutto questo? Possibile che non possa riposare in pace? Tutte le persone con un pò di sale in zucca si sono stancate. Ma è ora che a livello istituzionale e politico qualcuno dica qualcosa. Che condanni questo continuo attacco alla memoria di una persona uccisa. Sta diventando una barzelletta. Possibile che qualcuno voglia ironizzare sui morti continuamente?”.

Non è la prima volta, nelle ultime settimane, che il nome di Paparelli viene tirato in ballo. Prima l’articolo a firma di Giancarlo Dotto sul Corriere dello Sport, con un riferimento incomprensibile, poi una lunga serie di scritte apparse nella capitale. “E’ ora di finirla. Ogni volta esce sempre un pretesto per far uscire il nome di una persona uccisa a 33 anni. Papà non può riposare in serenità e la nostra famiglia non riesce a vivere il suo dolore. Ogni mese, ogni giorno, non c’è mai pace per noi. C’è sempre qualche idiota che tira fuori la frase su papà. E’ tutto molto triste”. Gabriele chiude però con una piccola luce di speranza: “Il mio amico Francesco, che mi ha avvisato della scritta, andrà a cancellarla personalmente. E insieme a lui ci sarà un suo amico romanista. Una cosa molto bella che spero possa rappresentare un segnale per i soliti idioti”.

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