Irlanda, la rivelazione della Ct: “Quando giocavo sono stata violentata”

Una confessione che sconvolge il mondo del calcio quella di Vera Pauw, ex calciatrice e oggi commissario tecnico della nazionale irlandese femminile.

Un dolore covato per 35 anni prima di sentirsi libera di denunciare. La rivelazione di Vera Pauw ha sconvolto il mondo del calcio, in special modo quello olandese. Lei, nata ad Amsterdam, e grande ex calciatrice della nazionale orange. In 15 anni di carriera ha indossato la maglia del suo Paese in ben 89 occasioni, diventando poi anche ct. Oggi invece si trova sulla panchina della nazionale femminile dell’Irlanda, ruolo che le è stato assegnato nel 2019. I fatti incriminati però risalgono al suo periodo da calciatrice.

Vera Pauw
L’allenatrice della nazionale irlandese, Vera Pauw (Twitter)

Il racconto di Vera Pauw a 35 anni di distanza

In un lungo post pubblicato su Twitter, Vera Pauw ha ricostruito la sua tremenda storia, fatta di abusi e intimidazioni da parte di funzionari della federazione olandese: “Per 35 anni ho tenuto un segreto al mondo, alla mia famiglia, ai miei compagni di squadra, ai miei giocatori, ai miei colleghi e, ora posso accettarlo, a me stessa“, ha spiegato nel suo stato.

Negli ultimi 35 anni ho tenuto privato l’abuso – ha scritto Vera Pauw – Ho permesso al suo ricordo di controllare la mia vita, di riempirmi di dolore e angoscia quotidiani, di dominare i miei sentimenti più profondi. Per molti sono vista come un’allenatrice di calcio sfacciata, una donna dura che è salita al vertice in un mondo maschile. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità“.

Alla fine la decisione di denunciare tutto alla polizia olandese, anche se riaprirà delle vecchie ferite. “Questo sembra già l’inizio della fine per me, ma so che ci sarà più angoscia a venire. Nei media olandesi potrebbero apparire storie del mio orribile calvario e so che potrebbero essere fatte affermazioni contro di me nel tentativo di offuscare la mia storia. Questo è quello che sono, non devo più nascondermi. Spero di poter continuare la mia vita in libertà“, ha concluso.

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