Gazprom, dura accusa dalla Francia: il report di una fondazione

Il colosso russo Gazprom finisce nel mirino di una fondazione parigina. Ecco cosa dice un rapporto che arriva direttamente dalla Francia.

In queste ultime ore Gazprom è finita nel mirino di una fondazione parigine. In uno studio pubblicato da Fondalpol viene evidenziato come il colosso russo ha pagato alcuni movimenti ecologisti contrati all’energia nucleare per mantenere la dipendenza europea dal gas proveniente dalla Russia.

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La dura accusa dalla Francia a Gazprom © Ansa

Le accuse alla multinazionale sono state confermate anche dal direttore di questa Fondazione in un’intervista pochi giorni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. “Abbiamo trovato finanziamenti di Gazprom in particolari ad alcune Ong ambientaliste che hanno anche fornito ministri a Paesi europei – ha spiegato il francese Dominique Reynié citato da TgCom24 i quali si sono quindi imbarcati in una sorta di restituzione del favore difendendo l’uscita dal nucleare“.

Report della fondazione francese ripreso da Contrepoint

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Gazprom avrebbe pagato alcuni movimenti ecologisti per mantenere la dipendenza europea dal gas russo © Ansa

Studio e parole riprese immediatamente da Contrepoint, una delle più importanti riviste online libertarie transalpine. In un lungo articolo il giornale ha ribadito come il sospetto avanzato da questa fondazione sia lecito ricordando come nel 2014 il segretario della Nato raccontava di impegni da parte delle organizzazioni non governative per mantenere la dipendenza europea dal gas russo importato.

La rivista, inoltre, in questo articolo è andata a fare i nomi delle Ong che avrebbero ricevuto i soldi da Gazprom. Negli Usa, per esempio, i fondi sarebbero arrivate nelle casse, tra le altre, del Sierra Club e della League of Conservation Voters Education Fund. Anche in Germania i fari sono puntati sulle principali organizzazione ambientalista WWF, Bund e Napu. In Belgio nel mirino è finito il partito ecologista GROEN. In particolare, precisa la rivista, la ministra dell’Energia prima di essere eletta era partner di uno studio legale, di cui uno dei clienti era proprio Gazprom.

Insomma, una vicenda che ha ancora diversi punti da chiarire e non si escludono anche degli approfondimenti da parte del governo francese per verificare la veridicità di questo report, destinato a far discutere ancora per diverso tempo.

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