Amnesty: “Rispettate le norme sulla protezione dei prigionieri di guerra”

L’appello di Amnesty International riguarda la Terza Convenzione di Ginevra e le norme sulla protezione dei prigionieri di guerra.

Ucraina
EPA/MARIO CRUZ

L’invasione dell’Ucraina da parte del leader russo Vladimir Putin ha causato delle violazioni delle norme internazionali sulla protezione dei prigionieri di guerra. L’appello lanciato da Amnesty International punta a far riflettere sul rispetto di tali norme. Nel dettaglio, nelle ultime settimane, le autorità dell’Ucraina hanno portato dei prigionieri di guerra dell’esercito russo a delle conferenze stampa. L’obiettivo? Fare a loro delle domande sull’invasione. In parecchi video pubblicati sui social media, si possono vedere dei soldati russi catturati nel momento in cui contattavano le loro famiglie in patria. Non è ancora chiaro se questi video siano stati autorizzati ufficialmente dal Governo, o se siano stati girati da civili, ignari delle convenzioni internazionali.

In ogni caso Amnesty International ha voluto ribadire che i soldati russi catturati in occasione dell’invasione dell’Ucraina siano, almeno sulla carta, protetti dalla Terza Convenzione di Ginevra. “È fondamentale che tutte le parti coinvolte nel conflitto rispettino interamente i diritti dei prigionieri di guerra. Ogni apparizione pubblica può sottoporli a pericoli quando rientreranno nel loro paese e può creare problemi anche ai loro familiari”. Queste le parole di Joanne Mariner, direttrice del programma di Risposta alle crisi della ONG.

Mariner ha inoltre commentato la situazione nel seguente modo. “L’articolo 13 della Terza Convenzione di Ginevra afferma espressamente che i prigionieri di guerra devono essere protetti in tutti i tempi, in particolare rispetto alla curiosità pubblica. È dovere delle autorità che li hanno posti in detenzione assicurare che i diritti dei prigionieri di guerra siano adeguatamente rispettati sin dal momento della cattura”. Questo il commento della direttrice del programma di Risposta alle crisi di Amnesty International.

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EPA/MARIO CRUZ

Ma cosa afferma l’articolo 13?

L’articolo 13 della Convenzione di Ginevra attesta quanto segue. “I prigionieri di guerra devono essere sempre trattati con umanità. Ogni azione illegale od omissione da parte della Potenza detenente che causi la morte o minacci gravemente la salute di un prigioniero di guerra sono proibite e saranno considerate gravi violazioni della presente Convenzione. In particolare, nessun prigioniero di guerra potrà essere sottoposto a mutilazioni fisiche o a esperimenti medici o scientifici di qualsiasi genere che non siano giustificati da trattamenti medici, dentistici od ospedalieri del prigioniero e non siano fatti nel suo interesse. Parimenti, i prigionieri di guerra devono essere sempre protetti, soprattutto nei confronti di atti di violenza o intimidazione e dalle offese e dalla curiosità pubblica“.

Il Comitato internazionale della Croce rossa ha commentato così l’articolo, in modo da spiegare la sua valenza nel contesto attuale. “Ogni tipo di materiale che consenta l’identificazione di prigionieri di guerra dev’essere considerato come una sottoposizione alla curiosità pubblica e dunque non può essere trasmesso, pubblicato o mandato in onda”. 

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