Torino, bimba di tre anni cade dal balcone: condizioni gravissime

La mamma e il suo compagno, un uomo che abitava nella casa affianco e che era ubriaco, sono stati portati in questura

Un grave fatto di cronaca ha sconvolto Torino. Una bambina di tre anni è caduta dal balcone della sua casa e si trova ora ricoverata in condizioni gravissime. La bimba è stata sottoposta nella notte a un delicato intervento neurologico, all’ospedale infantile Regina Margherita dove è ricoverata in prognosi riservata, ma le sue condizioni restano disperate. La bambina è precipitata dal quarto piano di un palazzo di via Milano. Nella caduta la piccola ha riportato un gravissimo trauma cranico. Su quanto accaduto indaga la polizia. Da una prima ricostruzione, quando la bimba è caduta in casa c’erano la madre e il suo convivente.

Le forze dell’ordine cercano di fare luce sui fatti di Torino – Ansa Foto –

La piccola si sarebbe sporta dal balcone e sarebbe precipitata. Tutto è accaduto intorno alle ore 21.30 di giovedì sera. Le indagini della polizia, accorsa immediatamente sul posto, stanno cercando di fare luce su ciò che è accaduto. La bambina vive con la mamma, una donna italiana di 41 anni, ma nell’appartamento accanto c’era anche un uomo, il compagno della donna, un marocchino, nato nel 1989. Secondo le prime informazioni raccolte, l’uomo, che non è il padre della bambina, era ubriaco. La polizia lo ha portato via su una volante poco prima dell’una. “E’ mia figlia, è mia figlia”, urlava l’uomo (secondo alcune testimonianze), prima di prendersela con gli agenti, con atteggiamenti provocatori.

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Anche la mamma, un amico dell’uomo e altri testimoni sono stati portati in questura per essere ascoltati. La donna e il compagno sono stati interrogati dalla polizia tutta la notte per capire cosa sia successo e con chi fosse la piccola al momento della caduta, proprio perché i due abitano nello stesso palazzo ma in due alloggi diversi. Testimoni che hanno assistito all’intervento della polizia confermano che l’uomo fosse ubriaco e con atteggiamenti provocatori (qualcuno parla di sputi verso le macchine degli agenti). “Le leggi italiane fanno schifo, io sono stato in carcere”, ha urlato l’uomo.

 

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