Epifania, la domanda del Papa su umiltà e orgoglio: “A che punto siamo?”

La domanda del Papa in occasione della ricorrenza dell’Epifania del Signore: “Come va la mia umiltà e il mio orgoglio, che copre lo slancio verso Dio? Se al centro di tutto mettiamo l’egoismo, non arriveremo mai al Signore….”.

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Papa Francesco durante la Messa per la celebrazione dell’Epifania del Signore (Ansa)

Da ieri non si fa che parlare delle poche parole pronunciate da Francesco sulla crisi demografica che investe l’Occidente. Il Pontefice, limitandosi a registrare una situazione di fatto, ha detto che molti invece di costruire una famiglia preferiscono prendere cani e gatti. Così ha invitato anche alle adozioni. Tanto è bastato per scatenare una pioggia di commenti, a seguito di quanto riportato freddamente dai media.

Oggi Francesco in occasione della Solennità dell’Epifania del Signore, è tornato a parlare al mondo, in più modi. Con un messaggio per la Giornata Missionaria, durante l’omelia per la Santa Messa, e infine con il tradizionale Angelus. In queste, un filo comune: la scelta radicale per la missione, e soprattutto l’abbassamento nell’umiltà, la stessa che i Magi hanno avuto quando sono giunti davanti a Gesù Bambino.

L’invito del Papa a una riflessione

L’Epifania è la festa dell’umiltà missionaria, ha spiegato il Papa alla fine della mattinata, incoraggiando le iniziative di evangelizzazione e ricordando i tanti bambini che mettono da parte qualcosa per testimoniare la vita cristiana. Anche i Sapienti, i Magi, si chinarono a terra per adorare un Bambino al termine di un lungo viaggio, ha ricordato Francesco. “Sorprende un gesto tanto umile compiuto da uomini così illustri. Prostrarsi davanti a un’autorità che si presentava con i segni della potenza e della gloria era cosa abituale al tempo. E anche oggi non sarebbe strano. Ma davanti al Bambino di Betlemme non è semplice”.

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Riuscire in questo atto di fede, però, “vuol dire accogliere la grandezza di Dio, che si manifesta nella piccolezza. Questo è il messaggio…”, ha commentato Francesco. “I magi si abbassano di fronte all’inaudita logica di Dio, accolgono il Signore non come lo immaginavano, grande…. ma così com’è, piccolo e povero. La loro prostrazione è il segno di chi mette da parte le proprie idee e fa spazio a Dio. Ci vuole umiltà per fare questo”.

Al contrario, “se al centro di tutto rimaniamo sempre noi con le nostre idee e presumiamo di vantare qualcosa davanti a Dio, non lo incontreremo mai fino in fondo, non arriveremo ad adorarlo”. Vale a dire che “se non cadono le nostre pretese, le vanità, i puntigli, le corse per primeggiare, ci capiterà di adorare pure qualcuno o qualcosa nella vita, ma non sarà il Signore! Se invece abbandoniamo la nostra pretesa di autosufficienza, se ci facciamo piccoli dentro, allora riscopriremo lo stupore di adorare Gesù. Perché l’adorazione passa attraverso l’umiltà del cuore: chi ha la smania dei sorpassi, non si accorge della presenza del Signore”.

La domanda di Francesco è perciò diretta alla vita di ciascuno, credenti e non, per vivere al meglio la festa odierna approfondendo gli aspetti nascosti, spirituali, lontani da quanto è esteriore, materiale o mondano. Invitando a guardare i Magi, il Papa ha chiesto: “Come va la mia umiltà? Sono convinto che l’orgoglio impedisce il mio progresso spirituale? Lavoro sulla mia docilità, per essere disponibile a Dio e agli altri, oppure sono sempre centrato su di me e sulle mie pretese? So accantonare il mio punto di vista per abbracciare quello di Dio e degli altri?”

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La domanda di Francesco in occasione dell’Epifania

Già in mattinata, durante l’omelia per la Messa, il Papa aveva indicato nei magi l’immagine di chi non si accontenta di una vita “appiattita sul consumo”, ma che al contrario si mette in discussione lasciandosi interrogare. “Invitando a percorrere strade nuove”, inseguendo una domanda che non lascia “intorpidire il loro cuore nell’apatia”. Ricordando le parole di Ratzinger, che descriveva i Magi come “uomini dal cuore inquieto”.

“Non siamo da troppo tempo bloccati, parcheggiati dentro una religione convenzionale, esteriore, formale, che non scalda più il cuore e non cambia la vita? Le nostre parole e i nostri riti innescano nel cuore della gente il desiderio di muoversi incontro a Dio oppure sono “lingua morta”, che parla solo di sé stessa e a sé stessa?”, sono state le domande provocatorie del Papa nel corso della celebrazione mattutina.

In occasione dell’Epifania, infatti, la Chiesa celebra anche la Giornata dell’Infanzia Missionaria, e per l’occasione il Papa ha diffuso il messaggio per la prossima Giornata Missionaria Mondiale, che sarà la penultima domenica di ottobre. “La Chiesa è per sua natura missionaria, evangelizzare è la sua identità”, ha affermato il Papa nel messaggio.

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Papa Francesco durante la Messa per la celebrazione dell’Epifania del Signore (Ansa)

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“Cari fratelli e sorelle, continuo a sognare la Chiesa tutta missionaria e una nuova stagione dell’azione missionaria delle comunità cristiane. E ripeto l’auspicio di Mosè per il popolo di Dio in cammino: “Fossero tutti profeti nel popolo del Signore!”.

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