Il 2021 di Papa Francesco: tra crisi di Curia e ripartenze dei voli

Papa Francesco ricorderà il 2021 come un anno particolarmente delicato, certamente a causa dell’emergenza sanitaria ma anche per le numerose vicende problematiche legate al Vaticano. Coronate però dalla ripartenza dei suoi viaggi apostolici internazionali. 

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(Ansa)

Nel 2021 infatti, dopo lo stop dovuto alla pandemia, il Pontefice ha ripreso a viaggiare come prima del 2020, nonostante gli 85 anni compiuti il 17 dicembre scorso e l’operazione al colon che ha tenuto i cattolici in tutto il mondo con il fiato sospeso.

Lo sguardo del Papa è sempre puntato, da un lato, alle questioni riguardanti l’amministrazione della Santa Sede, come può essere la riforma della Curia operata con la nuova costituzione apostolica Pastor Bonus, che ha però bisogno di essere implementata. O verso quella che è definita come la maxi operazione trasparenza, legata ai bilanci vaticani in crisi ma anche e soprattutto allo scandalo del Palazzo di Londra, per il quale ad oggi si sta svolgendo un delicato processo per reati finanziari. Processo che entrerà nel momento clou i primi mesi del 2022.

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Tutto l’anno del Papa

L’anno del Papa, infatti, dopo l’apertura della campagna vaccinale in Vaticano, con la sua inoculazione con il vaccino Pfizer, è segnato dalla previsione di un deficit da 50 milioni nelle casse della Santa Sede e a causa del Covid. Il 24 marzo il Papa ha deciso di tagliare le retribuzioni di Cardinali, alti superiori e religiosi, con un apposito Motu Proprio.

Soltanto alcuni mesi prima era infatti esploso lo scandalo del Palazzo di Sloane Avenue che aveva visto togliere i privilegi legati al cardinalato al cardinale Becciu, nel cui appartamento però il Papa ha celebrato la messa in Coena Domini, sorprendendo tutti.

Sempre a marzo c’è stato però il primo momento clou dell’anno di Francesco, il primo viaggio apostolico dopo il lockdown, in Iraq. É la prima volta che un Papa calpesta la terra martoriata di cui narrano i testi biblici, ed è lì che Francesco ha incontrato un ayatollah, lo sciita Ali al-Sistani, un’altra “prima volta” nello stesso viaggio.

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Al ritorno, le cronache riportano altrii provvedimenti vaticani legati a questioni finanziarie: Bergoglio ha stabilito che i dirigenti devono dichiarare di non avere condanne o indagini in corso, e che tutti i dipendenti curiali non potranno più accettare regali di valore superiore a 40 euro.

L’apertura del Sinodo di “tutto il popolo di Dio”

A maggio è arrivato l’importante decisione che segnerà l’anno di Francesco. Il tradizionale Sinodo dei vescovi diventa Sinodo di “tutto il popolo di Dio”, inaugurando un cammino lungo tre anni, da ottobre 2021 a ottobre 2023, che si dipana in tre fasi: diocesana, continentale, universale.

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Il 31 maggio il Papa ha vissuto un momento di grande intensità in preghiera con tutta la Chiesa universale: la recita del Santo Rosario davanti all’immagine della Vergine Maria che scioglie i nodi all’interno dei Giardini Vaticani, per invocare la fine della pandemia. Nell’occasione, svoltasi in chiusura del tradizionalmente mese mariano, sono stati coinvolti trenta santuari mariani di tutto il mondo.

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A giugno ha invece fatto capolino il dramma della pedofilia, e la dimissione di uno dei leader della Chiesa tedesca, il cardinale Reinhard Marx, da vescovo di Monaco e Frisinga. Un gesto che pareva sancire un punto morto della crisi tra Vaticano e Chiesa teutonica. Ma le dimissioni non sono state accettate dal Papa, che lo ha ringraziato però “del coraggio che non teme la Croce”.

Il 1° luglio in Vaticano è avvenuto uno degli incontri più importanti del 2021: la giornata di preghiera ecumenica “per il dono della pace e della stabilità” in Libano insieme ai Responsabili delle Comunità cristiane presenti in Libano, nella la Basilica di San Pietro.

Il ricovero al Gemelli, la visita di Biden e le dimissioni di Mons. Aupetit

Il 4 luglio, invece, Francesco è stato ricoverato al Gemelli per un intervento di stenosi al colon. La domenica seguente si affaccia dalla finestra dell’ospedale per la recita dell’Angelus, e dieci giorni dopo torna in Vaticano, dove il 27 luglio si è aperto il processo per reati finanziari in cui partecipa anche il cardinale Becciu.

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All’inizio di settembre Francesco ha poi lanciato un forte appello, insieme al capo della Chiesa ortodossa orientale Bartolomeo I e di quella anglicana Justin Welby sul tema della sostenibilità ambientale, in vista della Cop26, e dal 12 al 15 settembre è volato verso Budapest, per chiudere il Congresso Eucaristico Internazionale celebrando la Santa Messa.

Il 13 ottobre è arrivato il riconoscimento del miracolo che renderà possibile la beatificazione di Papa Albino Luciani, mentre alla fine del mese, il 29 ottobre, Bergoglio ha ricevuto in Vaticano il presidente statunitense Joe Biden. Visita non scevra da polemiche e discussioni interne. Il presidente Usa infatti è fortemente accusato negli Stati Uniti dai vescovi locali, molti dei quali si interrogano sulla divieto per Biden di ricevere la Comunione, a causa delle sue posizioni pro-aborto. Polemiche in qualche modo messe a tacere con l’inaspettata stretta di mano tra il Papa e Biden.

Novembre è segnato dalla Giornata mondiale dei poveri, ad Assisi, dove Bergoglio ha incontrato 500 persone povere. Un incontro fatto di preghiere, testimonianze e gesti simbolici. Lo stesso mese è però anche il mese delle dimissioni dell’arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, formalmente per la vicenda apparsa su un quotidiano di una presunta relazione con una donna ignota.

Un fatto che il vescovo ha tuttavia negato, chiudendo la vicenda con un forte discorso di amore alla Chiesa. Da parte sua, Francesco ha accettato le dimissioni del vescovo molto amato dal popolo, ma ha anche spiegato ai giornalisti di averlo fatto “sull’altare dell’ipocrisia e non della verità”.

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Le parole sono pronunciate durante il volo di ritorno da Grecia e Cipro, dove Bergoglio ha infine incontrato ancora una volta migranti e rifugiati, a Lesbo, rimancando la sua leadership morale su un dramma di dimensioni epocali che non è di certo stato sconfitto con la crisi pandemica. Un momento geopolitico importante, pochi giorni prima di un altro incontro storico, quello del 16 dicembre: l’ultima udienza in Vaticano con il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, al termine del suo mandato presidenziale.

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