Accordo politico sul Fisco, la reazione di Confindustria e dei sindacati

L’accordo politico sul Fisco è stato trovato. L’intesa è stata commentata in modo molto duro da Confindustria e sindacati.

Mario Draghi
Mario Draghi soddisfatto dopo l’accordo sul Fisco © Getty Images

Svolta per quanto riguarda la questione Fisco. Alla vigilia di un incontro con tutti i partiti di maggioranza, il premier Draghi è riuscito a chiudere un accordo politico sul tema. Secondo quanto riferito dall’Ansa, la nuova intesa fa scendere da 5 a 4 le aliquote Irpef suddivise in questo modo: fino a 15mila euro di reddito si resta al 23%. Si sale al 25% nella fascia da 15-28mila, si passa al 35% in quella da 28-35mila mentre oltre i 50mila si ha una aliquota del 43%.

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L’altra grande novità riguarda il bonus di 80 euro introdotto da Matteo Renzi. Questa misura sparirà definitivamente dalla riforma Irpef. Il Governo ha deciso di riordinare tutte le detrazioni e saranno proprio queste a riassorbire i bonus. Ma su questo tema la discussione è ancora aperta e la partita si chiuderà definitivamente dopo gli incontri con i partiti.

La reazione dei sindacati e di Confindustria

Carlo Bonomi
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria © Getty Images

L’accordo soddisfa la maggioranza ma non le parti sociali. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha confermato che con loro l’accordo non è stato trovato e che è ancora in attesa di un incontro con l’esecutivo per discutere di questi temi. Inoltre, secondo lui, non è ancora il momento dell’Irap.

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Una linea molto simile è quella di Confindustria. In una nota, citata dall’Ansa, gli industriali sottolineano come “le decisioni prese dal Governo suscitano molte perplessità perché non hanno una visione per il futuro dell’economia nel nostro Paese. Noi come sempre chiediamo un confronto per affrontare questi temi e speriamo che il Governo si renda conto di quanto sta accadendo“.

Vertici che, al momento, non sono in programma, ma potrebbero essere convocati dallo stesso premier Draghi al termine del confronto con i singoli partiti che terminerà mercoledì 1 dicembre 2021. Passaggi fondamentali per evitare qualsiasi strappo all’interno dell’esecutivo e con le parti sociali.

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