Cibo, la classifica dei rincari: un prodotto a sorpresa diventa il più caro

L’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica degli incrementi maggiori nei prezzi dei cibi. Stupisce il prodotto diventato più caro

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Forti rincari nei cibi italiani. Un prodotto su tutti, ha subito il rialzo più elevato

Dall’inizio della pandemia in poi l’economia del nostro Paese ha subito oscillazioni, crisi e problematiche varie. Ogni cittadino ha dovuto fare i conti con l’emergenza, confrontandosi con problemi di vario tipo. Dal taglio degli stipendi all’aumento (a volte esagerato) di alcuni beni. Quali sono i prodotti che hanno subito il rialzo più grande? Quali beni sono diventati “di lusso”?

Il settore agroalimentare, a ridosso del periodo natalizio, è quello che sta facendo registrare i rialzi più significativi. I costi alle stelle dell’energia, la richiesta che sta per moltiplicarsi (alla luce dei prossimi cenoni), porteranno a vere e proprie stangate verso alcuni prodotti. L’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica degli incrementi maggiori nei prezzi dei cibi tipici della dieta mediterranea. E i risultati sono sorprendenti.

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Il prodotto che ha subito il rialzo più grande è l’olio si semi: chi lo porterà nelle proprie dispense lo pagherà un 17,7 % in più rispetto allo scorso anno. Gli amanti delle fritture saranno chiamati a fare i conti con spese esagerate. Alle spalle dell’olio di semi ci sono i frutti di mare (altro prodotto super sfruttato nei cenoni natalizi) con il 6% in più. All’ultimo gradino del podio si assesta l’olio di oliva (con i 4,7%), che si piazza davanti alla pasta (4,6%).

Seguono carne, pesce e vegetali. Ma gli aumenti riguarderanno tutto il reparto culinario. Ad eccezione di alcuni prodotti che, a sorpresa, fanno registrare una variazione di prezzo al ribasso. Tra questi la frutta secca, che è scesa dell’1% rispetto allo scorso anno. A preoccupare le organizzazioni di categoria (su tutte la Coldiretti e la Federalimentare) è l’allarme inflazione sui costi. Registrato da settembre. Impossibile fare previsioni, soprattutto alla luce dei prezzi delle materie prime e dell’energia (in continuo aumento). A ricadere sul costo c’è anche l’aumento del petrolio, che fa lievitare i costi di trasporto e logistica. Si teme un’inflazione a due cifre sugli alimenti.

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