Pedopornografia, emergono pesanti verità: insospettabili fra gli arrestati

“Materiale e immagini raccapriccianti”: pesanti dettagli nell’operazione contro la pedopornografia, e fra gli arrestati ci sono insospettabili.

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Pedopornografia, imponente operazione della polizia postale (Youtube)

Li hanno arrestati con una accusa pesantissima. L’operazione contro la pedopornografia online ha fatto emergere un quadro preoccupante. La fitta rete, smantellata dalla polizia postale di Torino, è accusata di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, realizzato mediante lo sfruttamento di minorenni. Sono 26 le persone indagate, tre delle quali arrestate fra Piemonte, Campania e Puglia.

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E i file trovati nel computer, sono stati definiti “raccapriccianti” dagli inquirenti. Ci sarebbero violenze ai danni di bambini anche in tenera età, registrate e rivendute online agli acquirenti. E per arrivare alle fonti, è stata necessaria una lunga attività di indagine, in cui gli interlocutori, che intanto allargavano l’inchiesta, si fingevano interessati al materiale, e intanto ricostruivano nomi, indirizzi ip, movimenti che viaggiavano sul filo invisibile della rete. E fra le persone finite nell’indagine, ci sono alcuni insospettabili.

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La Polizia Postale ha segnalato alcuni insospettabili (Youtube)

Non c’è fine all’orrore verrebbe da dire. La Polizia postale di Torino ha allargato l’inchiesta smantellando la rete, e arrivano dettagli pesanti sul lavoro degli inquirenti. Migliaia di file, tante persone coinvolte, materiale definito “raccapricciante”, insospettabili che richiedevano video. Nell’ inchiesta finisce quindi anche il direttore della Caritas Diocesana di Benevento.

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E insieme a Don Nicola Di Blasio è finito in manette un tecnico informatico e un giovane 22enne di Brescia, accusato di aver autoprodotto e venduto i video. Nell’analisi del suo telefono è stato rinvenuto materiale molto pesante. Ci sarebbe anche il video di una minore di 9 anni, ripresa nell’appartamento.

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In sostanza era stato allestito un portale che conteneva video e foto. Tutta roba a pagamento, per la quale era necessario iscriversi e lasciare delle credenziali. La Polizia Postale lo ha individuato, accorgendosi che una somma in denaro abilitava all’acquisizione del materiale. 

Si sono finti interessati gli inquirenti, che poi hanno scoperto il giro di adulti che non solo scambiavano foto e video, ma li producevano. E in quel “raccapricciante”, espresso dopo ver visto i video, si racchiude la portata di una operazione che ha fermato l’ennesimo assurdo giro di materiale pedopornografico.

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